Nelle alghe c’è un potenziale enorme: da tempo si studia e si sperimenta il biodiesel che si ricava da questi preziosi vegetali acquatici, e, riconosciuta la sua efficacia, il mondo della progettazione ha rivolto ad esse l’attenzione in più frangenti. The Living Things è una mostra-installazione allestita presso il Mattress Factory Museum of Contemporary Art di Pittsburgh in cui sono esposti una serie di complementi d’arredo che non solo funzionano ad alghe (illuminando l’ambiente), ma ‘mangiano’ gli eccessi di anidride carbonica presenti nell’ambiente.
Pezzi di design e arredamento fotosintetici che generano luce e ripuliscono l’aria, e che con il loro verde acceso richiamano fortemente l’attenzione su questo showcase sperimentale e futuristico mirato a far conoscere le potenzialità di un elemento tanto comune. Nelle lampade, sospensioni, luci da tavolo che arredano lo spazio di The Living Things l’alga viene messa in circolo tramite un intricato sistema di canaline e tubature, fino a giungere ad un’ampolla in cui trova acqua alcalina. L’ampolla di vetro funge da fotobioreattore, garantendo luce, calore, movimento, aria, nutrienti e gestione degli scarti in modo che l’alga al suo interno viva e respiri.
Le alghe sono versatili e l’energia che producono è impiegabile in numerosi contesti – ad Amburgo c’è un intero condominio che funziona ad alghe – ma soprattutto sono reperibili in ogni parte del mondo, possono sopravvivere in ogni tipologia di ambiente, e, non dimentichiamolo, sono anche un eccellente elemento nutrizionale. La mostra di Pittsburgh vuole evidenziale come un materiale organico, ad impatto zero, economico e comune possa essere un potenziale elemento domestico, da impiegare su più fronti.