Sullo schermo è un terribile gangster irlandese, James “Whitey” Bulger, il cui trucco di scena, lenti azzurre, gonfiore posticcio delle membra, ha già cancellato i tratti delicati che lo hanno reso icona di bellezza gipsy in tutto il globo.
Ma nella vita, o almeno secondo un’immagine pubblica che propone al di fuori dello schermo cinematografico, Johnny Depp è una personalità istrionica, comunicativa, sempre disposta a fare entertainment, anche se la platea è quella seriosa di una folla di giornalisti riuniti per la conferenza del suo Black Mass.
Questo il setting della giornata di venerdì 4 settembre, dove al Lido arriva l’attore americano in compagnia di Dakota Johnson e Joel Edgerton, per presentare una sanguinosa storia di conflitti armati e personali, nella pellicola targata dal regista Scott Cooper. Gli occhi sono tuttavia tutti su di lui, il divo Depp, che non manca di mostrare quel mix di ironia e filantropia che lo ha trasformato in un attore molto amato dal pubblico.
Così Depp entra in conferenza stampa, ed è subito one man show, con la presa in giro di un piccolo errore della moderatrice, che chiama Dakota Johnson, Dakota Fanning, e l’attore americano che ci tiene a chiarire subito, tra il serio e il faceto, che la birra che ha di fronte è assolutamente priva di alcool e che eventuali asincronie nel discorso verbale, non saranno dunque da additare agli effetti della bevanda alcolica.
Poi è tutto un siparietto di sketch, dove Depp, fa finta di andare via alla prima domanda, ma poi si siede e risponde con molta serietà a chi gli chiede cosa pensa della folla di fan che lo sta aspettando dalle sei del mattino. Per loro l’attore ha solo parole di rispetto.
Li chiama “datori di lavoro” perché senza di essi non sarebbe possibile creare un mercato e alimentare un settore che semplicemente gli dà da mangiare ogni giorno. Poi parla del fatto di connettersi con il proprio dark side, per interpretare personaggi cattivi, e scherza dichiarando di conoscerlo molto bene.
Nel mezzo continua il gioco, saluta qualcuno in platea, parla lentamente, da vero affabulatore, e non rimane mai serio troppo a lungo. Alla domanda se avesse o meno portato i suoi cani in giro per Venezia, risponde, serissimo che purtroppo li ha uccisi. Insomma da vero mattatore tiene in mano la platea e sa quando scioccarla, non perdendo mai quel magnetismo personale così capace di attirare l’attenzione anche degli addetti ai lavori.