Rivendicare l’appartenenza a un movimento ideologico e politico, almeno nelle parole, e poi smentire con i fatti e la proposta di un immaginario che proprio nel sessismo ha le proprie radici più forti. Questa, in poche parole, la critica che Lou Doillon, figlia di Jane Birkin, cantante e musa di stile per Chloe, muove a cantanti del calibro di Beyonce e star di caratura come Kim Kardashian.
La musicista che dopo il successo dell’album Places nel 2012, sta per ritornare sulla scena musicale, non ha parole tenere nei confronti di alcuni modelli femminili che si professano anche femministi. La Doillon, che è personaggio impegnato nella lotta per la parità di genere, ha rilasciato infatti una dura dichiarazione al magazine Huffington Post Francia, nella quale attacca frontalmente alcuni messaggi che le due star sarebbero responsabili di veicolare.
“Se pensiamo a mia madre, (Jane Birkin ndr) o a Francoise Hardy, le consideriamo donne libere. E’ un errore; non lo erano, al massimo potevano sembrarlo. La nostra è la prima generazione a potersi considerare libera“, ha dichiarato la 32enne.
Eppure, nonostante le possibilità, esisterebbero ancora falsi modelli e oltretutto portatori di stereotipi pericolosi e antichi. “Quando vedo star come Nicki Minaj e Kim Kardashian, rimango davvero scandalizzata. Penso che mia madre abbia combattuto per altri diritti e non quelli di indossare un tanga o di schiamazzare. E non mi piace nemmeno quello che fa Beyonce. Canta nuda sotto la doccia e poi non voglio che mi si dica che sia femminista solo perché lo dice su grandi schermi durante i concerti“.
E la musicista incalza ancora. “Credo si possa parlare di una sorte di sindrome di Stoccolma. Prima erano gli uomini a batterci sul sedere, adesso ce lo facciamo da sole. E poi ci chiamiamo anche con appellativi come “cagne”, tra di noi. E la gente prende tutto questo alla leggera“. Che sia nata una nuova amazzone del movimento?