Trovarsi di fronte a qualcuno che non si conosce e scoprirsi attratti, magari desiderosi di instaurare un dialogo personale, ma allo stesso tempo essere consapevoli della mancanza di appigli, argomenti, in grado di fare da collante per una futura conversazione, è una sensazione tipica del nostro tempo.
E allora la domanda è chiara: come progettare un approccio con uno sconosciuto? Quali trucchi usare? Aldilà del buon senso personale, la scienza risponde con alcuni dati di rilevanza scientifica. Infatti, secondo Chris L. Kleinke, psicologa dell’Università dell’Alaska esistono tre tipici approcci umani e ognuno possiede un diverso grado di efficienza.
Al primo posto si colloca per esempio la tipica frase per la conquista. Parliamo di commenti come “Ciao, lo sai che non sei male?” che secondo lo studio sarebbero espressioni verbali troppo scontate, che non tengono conto di fattori come l’originalità e la voglia, per la controparte, di sentirsi un minimo corteggiati.
Al secondo posto invece si colloca il tentativo di dire frasi banali, per esempio commentando il tempo, o il colore del vestito, che seppur connotandosi di una sfumatura più soft, rischiano di far morire la conversazione ancora prima di iniziare. Al terzo posto invece c’è l’approccio diretto.
In questo caso si incontra una persona e le si chiede semplicemente di uscire, magari dichiarando palesemente un interesse. Eppure secondo lo studio, uno schema è migliore dell’altro a seconda del genere. Le donne preferiscono infatti, almeno secondo il campione di 600 persone prese in esame, un approccio mascherato, quasi innocente, mentre gli uomini dimostrano di apprezzare maggiormente la schiettezza e i pochi giri di parole nel corteggiamento.
Escluso invece l’approccio tipico, che sembrerebbe non raccogliere particolari consensi da nessuna delle due parti. Quindi se una regola c’è, qual è in campo seduttivo? Forse il consiglio più utile è quello di guardarsi intorno, e con un po’ di spirito di osservazione, cercare di capire che tipo di persona c’è davanti, e scegliendo poi tra i tre tipi di abbordaggio suggeriti dalla scienza.