Lei, regina del capo unisex, che vide la luce come capo utilizzato dagli operai in fabbrica nel diciannovesimo secolo, non ci sta a essere relegata come semplice indumento da lavoro.
E non solo di recente. La salopette infatti fin dagli anni Sessanta, diventa capo di culto per la praticità della propria mole e la capacità di giocare con tessuti e suggestioni. Essa vince quindi la sfida del crossover tematico e del passare degli anni, riuscendo oggi ad essere uno dei capi più amati anche in estate. Una tendenza riscontrabile fin dalle grandi firme, passando poi per i capi pret-à-porter, che senza l’ausilio di denim e tessuti “poveri”, riscoprono la bellezza della salopette di nuova generazione.
Lo sa bene Victoria Beckam che pensa a un capo in blu scuro e nero, che accorcia la lunghezza della gamba in un’unica soluzione. Oppure c’è chi pensa a delle varianti minimal per la spiaggia, come nel caso di Solid & Stripes, che rimodella la tunica in modalità shorts e canotta a righe, senza abbandonare la coesione del modello in questione. Eppure le varianti non finiscono qui, con richiami e suggestioni radicate nelle visioni estetiche di diversi continenti.
Per Asos infatti, la salopette è in stile kimono, corta e con maniche ampie che ricordano il tipico indumento orientale. Malgrado però il numero copioso di varianti, la salopette non smette di mutare. Sempre per Asos spopola la soluzione con allacciatura al collo e scollatura geometrica, mentre per il brand Never Fully Dressed, essa rivive in pieno stile anni Sessanta, con il fondo ampio dei pantaloni e l’apertura svasata della maniche lunghe. Un po’ sexy, un po’ birichina, soprattutto comoda, la salopette vive d’estate e non solo in una formula poco incline al camuffamento del corpo, ma anche in varianti coprenti che con un gesto ci catapultano verso il rigore autunnale.