Rose e fuochi d’artificio, insieme a atti rumorosi o a sfoggi di potere e arroganza, sembrerebbero essere strumenti di seduzione da lasciare al passato. E’ quanto certifica una recente ricerca condotta dall’Università di Webster a Saint Louis, che indicherebbe come l’uso della semplicità sia a volte la migliore delle armi seduttive.
Se insomma siamo stati abituati a pensare alla conquista come qualcosa di diretto, esplicito e altisonante, è ora di fare marcia indietro. Essa non aderisce a grandi proclami, ma si svolge nell’intimità di piccoli gesti minimali, secondo una gerarchia ben precisa e individuata dallo studio in questione, e all’interno di una classifica di primaria efficacia.
In questa curiosa escalation di seduzione, al terzo posto nella gara dei gesti maggiormenti seduttivi, si colloca il cosiddetto eye-contact.
Guardare il potenziale partner, con uno sguardo sfuggente e rapido, stabilendo un contatto visivo, è una buona mossa per creare il primo mattone per un’intesa futura. Il secondo premio va invece in questo senso all’atto del sorridere. Un’espressione aperta, gioiosa, franca, seppur un po’ più rischiosa di un semplice contatto visivo, è sicuramente una componente di forte attrazione sensuale. In questo modo si comunica positività e disponibilità di una conoscenza in maniera discreta ma sensibile.
Al primo posto invece, si colloca il vero e proprio contatto fisico. Non troppo invadente, ma nemmeno inesistente. Una carezza leggera sulle spalle o sulla vita, pare sia uno dei modi migliori per far cadere la preda in un mix di sensazioni piacevoli e intriganti.