Non è facile fare chiarezza tra susine e prugne, termini spesso utilizzati come sinonimi ma che appartengono a frutti diversi. O forse no, secondo qualcuno. Del susino esistono molte varietà che danno origine a frutti di colorazione più o meno violacea, più o meno verdognola/gialla (le cosiddette ‘gocce d’oro’ per esempio), e che, sebbene qualcuno indichi la susina come di provenienza sino-giapponese, qualcun altro afferma che le fonti la collocano in Italia già in epoche precedenti alle esplorazioni dell’Oriente.
Ma lasciando da parte le disquisizioni botaniche, torniamo alla susina: uno dei frutti più succosi e dolci dell’estate, che ha una lunga stagione (copre giugno, luglio e agosto) ma una brevissima conservazione. Il frutto infatti una volta colto non dura più di 2 o 3 giorni, anche se c’è chi la ama particolarmente quando è molto matura perché sviluppa quel sapore zuccherino tipico. Mangiata allo stato più sodo è invece meno zuccherosa ma più dissetante, anche se la dolcezza non manca mai in quanto sua principale caratteristica, che rende la susina anche uno dei frutti prediletti per la preparazione di marmellate.
Dal punto di vista nutrizionale la susina è molto ricca di potassio, minerale utilissimo durante i mesi estivi per combattere la spossatezza, e ha un buon apporto di magnesio, fosforo e calcio. Per quanto riguarda le vitamine, sono presenti la A e in quantità minore la C, ma in entrambi i casi non si tratta di quantità elevate rispetto ad altri frutti estivi. La susina è un buon remineralizzante, ma la sua proprietà più nota è quella della regolazione intestinale, o, per meglio dire, dell’effetto lassativo molto utile in caso di stipsi. Sono inoltre buone antiossidanti grazie alle sostanze fenoliche che contengono, mentre hanno un apporto calorico leggermente più alto della media della frutta estiva.