Un meraviglioso strumento musicale, simbolo del jazz e di un’epoca di virtuosismo ancora oggi viva e prolifera, il sassofono – per gli amici sax – fu costruito dal brillante inventore Adolphe Sax nella prima metà del 1800. Le uniche ad accogliere il suono dei sassofoni furono da subito le bande militari, prima in Europa e successivamente negli Stati Uniti a partire dalla fine del 1800.
È nei primi anni del ‘900 che alcuni influenti musicisti nell’ambito del ragtime e alcuni direttori d’orchestra molto noti come Patrick Gilmore e John Philippe Sousa incominciarono a interessarsi più seriamente all’utilizzo del sassofono. In particolar modo nei primi anni ‘20, quando incominciò a diffondersi il nuovo stile musicale definito “sincopato” e “hot“, questo strumento trovò la sua collocazione naturale nelle band che eseguivano quel tipo di musica.
Capace di trovare vantaggio nella caratteristica “imperfezione “ del proprio suono, il sassofono produceva anche una maggiore varietà timbrica rispetto ad altri strumenti: aveva un ampio spettro di dinamiche e di volume, poteva essere uno strumento dal suono dolcissimo e allo stesso tempo malinconico, riusciva ad emulare il suono straziante del pianto di un essere umano oppure a ricreare il guaìto di un cane tanto che molti dei primi virtuosi basarono il loro successo proprio sulla capacità di riprodurre suoni non propriamente musicali.
Ci volle la portata musicale di Louis Armstrong per cambiare sostanzialmente il modo di suonare del sax. Gli anni tra la fine del 1920 e il 1940 si possono invece considerare il periodo d’oro del sassofono: i quattro tenoristi classici furono Coleman Hawkins, spesso riconosciuto come il padre del tenore nel jazz, Ben Webster, Chew Berry e ovviamente, il grandissimo Lester Young. Coleman Hawkins fu il primo durante la sua carriera, durata quasi mezzo secolo, a creare un vero stile jazz sul tenore, influenzando moltissimi sassofonisti e rimanendo all’avanguardia nello sviluppo del linguaggio. Sonny Rollins, il colosso del sax, oggi ha 84 anni: un esempio di come il jazz sia ancora vivo con oltre 50 dischi oltre l’enorme influenza che ha esercitato su schiere di musicisti (compresi John Zorn, Pat Metheny, Joe Lovano ma Lou Reed o gli Stones, con cui ha anche suonato).
In un’intervista all’Unità di qualche anno fa ha commentato: “La musica è qualcosa di cui non sai mai tutto, ecco perché è uno dei doni più affascinanti che abbiamo ricevuto da Dio. Il jazz è la tua vita, le tue esperienze”. Rollins affermò che il jazz trascende la vita delle persone, è eterno, universale. A Fiumicino (Roma) il saxofono è stato celebrato nell’ambito della kermesse “Sax Appeal”, una serie di eventi, tra cui una mostra di strumenti originali, concerti, visite guidate e workshop che racconteranno la genesi, l’evoluzione e le vicende dell’affascinante strumento.
Si sono così potute ripercorrere le mille metamorfosi di un oggetto che seduce, oltre ai musicisti ed appassionati, una larghissima fascia di pubblico: basti pensare all’uso del saxofono nella pubblicità e nei film per rendersi conto di come ad esso vengano associate costellazioni ideali diverse, dalla trasgressione alla sensualità, dall’appeal della cultura americana al feeling di quella underground e jazz.
All’interno della splendida e suggestiva Villa Guglielmi – famosa per aver ospitato anche il compositore francese Claude Debussy,