Nell’era degli scatti digitali condivisi al secondo, frammenti di realtà impressi in un’immagine attraverso il proprio smartphone, si ha voglia di tornare alla foto ricercata, pensata, studiata e che racconti di più di un microsecondo. Nel mondo della tecnologia a portata di click, pensare alla fotografia analogica può sembrare obsoleto pur essendo una realtà radicata e piena di storia. Quello che è successo con Instagram è un po’ ciò che è accaduto con gli MP3 e la musica. Instagram ma in generale il PhotoSharing, ha reso di massa la fotografia intesa come istantanea di un momento e di nicchia la fotografia tecnica.
Ma è possibile nel nostro mondo iper-tecnologico ritornare alla pellicola? Ora la fotografia analogica si trova direttamente sui social network, con centinaia di pagine Facebook, Blog e web-zines riservate ad uno studio approfondito della materia. In più sono nate community dedicate come lomography.it, un sito internazionale con una comunità italiana molto attiva che mescola lo-tech a hi-tech, in cui è possibile caricare i propri scatti (rigorosamente a pellicola), confrontarsi con gli altri utenti, leggere interessanti tipster e partecipare alle divertenti competition. Su Flickr potrete trovare splendide fotografie ed entrare a far parte di gruppi storici come Resistenza analogica che “difendono” l’uso della pellicola come vera arte dello scatto.
Per chi ha la passione per le “vecchie” fotografie, è possibile acquistare non solo rullini nuovi, ma anche quelli scaduti; costano un po’ meno e danno alle foto degli effetti molto particolari. In genere le macchine analogiche sono nascoste tra scaffali o stanzini delle case oppure reperibili in mercatine o in rete. Per quanto riguarda lo sviluppo (e la stampa per chi non usa lo scanner) delle fotografie, di sicuro esiste qualche negoziante che ancora si ricorda delle care macchine a pellicola ed è disposto a sviluppare i negativi.
Tra i siti online che si occupano di stampa e sviluppo, sempre lomography.it fa recapitare anche le foto direttamente a casa. In effetti l’attesa dello sviluppo, la curiosità di vedere gli scatti, l’odore della pellicola, sono tutte piccole emozioni che solo la fotografia analogica può regalare. Senza contare il fascino indiscusso dell’immagine finale, privo di filtri o finta grana.
Tra le iniziative dedicate alla fotografia tecnica, MOOZ, che letto al contrario diventa zoom, è dedicata alla fotografia che mira a capovolgere la visione del mondo, abbattendo barriere e limiti nazionali. Il progetto si svilupperà a Milano per i prossimi 6 mesi, beneficiando anche della presenza di Expo che sta attirando (e certamente continuerà a farlo) un grande afflusso di visitatori.
Articolato in 3 sezioni (Courtyard For 6, Organic Photography e Just Landed), MOOZ porterà nel capoluogo lombardo il concetto di laboratorio di immagini in una dimensione condivisa, attraverso il quale elaborare proposte e incrociare passioni. Ai fotografi è stato chiesto di scegliere nel loro archivio gli scatti che più si adattano al tema della nutrizione, cavalcando l’onda dell’Expo. La prima mostra fotografica – fino al 17 giugno – affronterà il tema degli sprechi alimentari attraverso un progetto di Francesco Zizola dal titolo “WASTE NOT, WANT NOT”. La sede delle sei esposizioni sarà l’antico cortile in via Dante 12.
Foto su pellicola, la (vera) passione dello scatto
Viaggio nel mondo della “vecchia” fotografia analogica fatta di arte e tecnicismi
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