C’è poco da dire e ancora meno da fare; per sedurre bisogna usare la voce. E non per suggerire parole saudenti, intricati labirinti di parole, ma per manifestare una spontanea esigenza dell’uomo: cantare. Infatti, due ricerche scientifiche differenti, una che ha come oggetto i topi, e l’altra gli umanoidi, ha ricostruito il ruolo del bel canto nella fase di corteggiamento. Secondo la prima, che è apparsa sul Frontiers of Behavioral Neuroscience durante lo scorso aprile, la tendenza a emettere suoni complessi simili al canto per attrarre gli esemplari femminili, sarebbe una prerogativa non solo degli uccelli, ma anche dei topi. I roditori infatti, emetterebbero, dei suoni, che per via del basso livello di onde sonore non sarebbero percepibili all’orecchio umano, simili ai canti leggiadri dei compagni volatili.
Eppure, in termini di seduzione canora, anche il mondo umano può decisamente stupire. In un articolo comparso recentemente sul blog della Oxford University, si certifica come il 90% delle canzoni d’amore appartenenti alla cultura pop, siano state eseguite da membri del genere maschile. Un dato, che solo a prima vista potrebbe far pensare che esista una forte disparità di genere in ambito musicale.
Ma come direbbe qualcuno, solo gli uomini sanno e possono, cantare d’amore? Secondo Ted Gioia, storico della musica e autore del libro Love Songs, un saggio sul profilo delle canzoni d’amore, che analizzando una mole massiccia di canzoni musicali, per concludere che gli uomini, pur essendo gli interpreti maggiori delle canzoni d’amore, non farebbero altro che imitare con la voce, le tonalità tipiche femminili.
Una tendenza riscontrabile anche in opere contemporanee come Rocky Horror Picture Show e Ziggy Stardust di David Bowie. Secondo lo studioso, le liriche dei due componimenti, non farebbero altro che imitare le tonalità acute della voce femminile. E a quanto pare, il pubblico, di qualsiasi età e genere, sembrerebbe proprio gradire.