Parte da lontano la preoccupazione per la salute del nostro patrimonio artistico e culturale. E’ a New York che ha preso il via Save the Saint, campagna di crowd-funding – o finanziamento collettivo, ‘dal basso’ – con l’obiettivo di raccogliere i fondi necessari alla cura e al restauro della guglia del Duomo di Milano dedicata alla ‘madre dei migranti’, Santa Francesca Xavier Cabrini (statua che per altro condivide alcuni tratti peculiari proprio con la più celebre Statua della Libertà). Nata a Sant’Angelo Lodigiano, la missionaria giunse a New York nel 1889 dove si impegnò al fianco della comunità italo-americana arrivando ad aprire quasi settanta istituti in tutta la Nazione e diventando cittadina statunitense nel 1909. E quindi santa, la prima degli Stati Uniti, nel 1946.
E’ da allora che la sua statua campeggia sul Duomo di Milano e, con l’avvicinarsi di Expo 2015 nel capoluogo lombardo, quale miglior occasione per preoccuparsi del bene suo e del celebre e amato monumento, patrimonio nazionale? Non a caso, già a ottobre 2014, nella sede di Eataly di Madison Square era stata presentata la prima iniziativa in occasione della nascita della nuova charity americana, International Patrons of Duomo di Milano, dedicata alla raccolta fondi a favore della famosa cattedrale milanese.
Sempre da Eataly New York , a marzo 2015, è partita la chiamata alla partecipazione dei tanti avventori a una sorta di “gemellaggio culturale” – così è stato definito – tra le due città, con l’attivazione della campagna di crowdfunding Save the Saint per Madre Cabrini sulla sulla piattaforma di ForItaly.org.
La cifra da raggiungere per il restauro della guglia dedicata a Madre Cabrini, entro il 30 aprile, è stata fissata a 150 mila dollari, ma le cure necessarie – e promesse – non si potranno fermare qui, soprattutto per la congenita fragilità delle guglie tanto tipiche di questo tipo di architettura, gotica. Sono ancora molte le guglie disponibili per ‘l’adozione’, come spiega sul proprio sito (duomopatrons.org) l’associazione creata per promuovere “una maggior conoscenza e comprensione della Cattedrale e dei suoi asset e coinvolgere ad un livello più internazionale sulle necessità di valorizzazione, conservazione e fruizione di questo straordinario Monumento”, anche attraverso donazioni e supporto alla protezione e valorizzazione delo stesso.
Ma la ‘Charity’ si propone di promuovere una maggior conoscenza non solo del Duomo attraverso il suo patrimonio storico, artistico e culturale, ma anche quello dell’intera città di cui è il simbolo: dall’Archivio-Biblioteca al Nuovo Grande Museo e la Cappella Musicale, attuando “un ricco programma di attività e iniziative, che leghino tra loro un passato glorioso e una prestigiosa tradizione”, come quelle che offrono ai ‘Patrons’ esperienze “indimenticabili, esclusive e dedicate”. La campagna Save the Saint (#SAVETHESAINT) d’altronde è solo l’ultima in ordine di tempo che l’organizzazione nonprofit, in collaborazione con Arts Council vuole promuovere nel prossimo futuro per poter garantire nuove risorse alla Veneranda Fabbrica del Duomo, che in Italia si occupa di tutti i lavori previsti sulla Cattedrale.
Forte della già realizzata mostra ‘Eataly per Duomo’ (ottobre 2014 – Maggio 2015) e di due ‘Breakfast at… Eataly’ (11 e 12 febbraio), per altro International Patrons of Duomo di Milano può infatti vantare – tra i tanti – soci sostenitori del calibro di Oscar Farinetti, della Baronessa Mariuccia Zerilli Marimò, la Fondazione Berti per l’arte e la scienza Onlus, Paolo Pellegrini & Henrietta Jones Foundation.