In Italia, i numeri della violenza sulla donne parlano chiaro. Ogni 3 giorni una donna uccisa dal partner, dall’ex o da un familiare e il costo sulla collettività è stimato essere di 17 miliardi di euro l’anno. Si tratta di un fenomeno serio che solo negli ultimi tempi è riuscito a bucare il velo mediatico per proporsi all’attenzione di politica e media.
Eppure, esistono organismi regionali che da anni sono impegnati sul fronte della lotta contro la violenza e del miglioramento e potenziamento dei mezzi di prevenzione, ai quali si rivolge la onlus We World in “Diritti contro la violenza: le leggi regionali sulla violenza contro le donne”, prima indagine nazionale comparata sul lavoro delle amministrazioni locali.
Sono state infatti le Regioni italiane a non restare indifferenti ai numeri della violenza e a organizzarsi per prime sul territorio in modo da fornire assistenza e buone pratiche che hanno oggi bisogno di una attenzione maggiore a livello nazionale. Una necessità sottolineata anche dalla presenza della Vicepresidentessa del Senato Valeria Fedeli durante la presentazione del rapporto di mercoledì 4 marzo. “E’ importante che il nuovo piano nazionale antiviolenza agisca a livello innovativo, valorizzando le buone pratiche con le quali accompagnare le donne vittime di violenza verso la ricostruzione della propria autonomia a tutti i livelli, specialmente lavorativo, come accade ad esempio in Inghilterra, dove i datori di lavoro firmano accordi per facilitare percorsi di inserimento professionale“.
Tuttavia ad oggi manca ancora una Governance nazionale che si occupi di coordinare i servizi e le risorse del territorio, insieme all’istituzione di un Osservatorio Nazionale anti-violenza. Un impegno, quest’ultimo, che la vicepresidentessa ha annunciato come imminente da parte del Governo. Ad oggi però il lavoro delle Regioni spicca per prontezza e qualità del servizio, anche se non in maniera omogenea. In questo senso esistono però amministrazioni più o meno virtuose in termini di quantità di leggi emanate. Secondo lo schema contenuto nel rapporto, che cataloga il lavoro delle Regioni dal 1989, anno di promulgazione della prima legge provinciale contro la violenza sulle donne da parte della provincia di Bolzano, sono Lazio, Basilicata e Campania con tre leggi effettive emanate, a detenere i più alto numero di norme prodotte a contrasto del fenomeno. Meno efficiente la Regione Puglia, con uan sola legge regionale promulgata nel 2014. E il lavoro da fare è per tutti ancora molto.