E’ sopravvissuto ad un incidente aereo, a più di un mese in balia delle onde, agli attacchi degli squali, ai campi di prigionia, alla guerra, alla sindrome post-traumatica. E nel frattempo ha gareggiato in un’Olimpiade ed è diventato un predicatore cristiano. La storia di Louis Silvie ‘Louie’ Zamperini è quanto di più avventuroso un romanziere possa concepire, ‘un’incredibile storia vera’, recita la locandina del film sulla sua vita. Sopravvissuto a tutte le avversità possibili, ha subito l’unica ‘beffa’ di non poter presenziare sul red carpet della prima di Unbroken, il film che Angelina Jolie ha girato sulla sua vita, in uscita nelle sale italiane in questi giorni, interpretato da Jack O’Connel. Ma, afferma la regista, ha fatto in tempo a vederlo completato.
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Partiamo dal principio. Zamperini nasce nel 1917 in California da una famiglia di immigrati italiani, precisamente di Verona. La non conoscenza della lingua inglese degli Zamperini lo porta ad essere vittima di bullismo all’epoca della scuola, e non sono rari gli episodi in cui Louis prende parte a risse e scorribande varie. E’ il fratello Pete a convincerlo a partecipare alle gare di corsa che lui già frequenta, un modo, che si rivelò efficace, per incanalare l’energia del fratello in modo positivo. Nasce un piccolo campione: comincia a vincere gare dapprima locali, un po’ alla volta nazionali, fino a decidere di candidarsi alle Olimpiadi del 1936, svoltesi a Berlino in piena epoca nazista. Per partecipare alle gare di qualificazione, la comunità di Torrence, dove abitava, fa una colletta per sostenere economicamente il proprio eroe locale, e lui non manca di onorare lo sforzo gareggiando in una New York talmente calda che diversi corridori si ritirarono per malesseri. Si qualifica e parte alla volta dell’Europa. Non erano molte le possibilità di vincere i 5000 metri olimpici, si qualifica infatti ottavo, ma batte il record di velocità nell’ultimo giro che gli fa guadagnare l’attenzione di Adolf Hilter, al quale strinse la mano. Torna a casa guadagnandosi l’affettuoso soprannome di ‘Torrence tornado’.
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Nel 1941 si arruola nell’aviazione americana, dispiegata nella Seconda Guerra Mondiale e impegnata sul fronte giapponese. E’ nel ’43 che comincia la drammatica avventura nucleo centrale del film. L’aereo che trasportava Zamperini solcando i mari giapponesi precipita in seguito a danneggiamenti, uccidendo quasi tutto l’equipaggio. Louis sopravvive con altri due commilitoni, con i quali si ritrova su un gommone in balia delle onde per ben 47 giorni (uno di loro muore dopo 33). Scampano a tempeste, ad attacchi di squali, all’aviazione giapponese che tentava di colpire il gommone per farli affondare; mangiano pesce crudo, qualche uccello che riescono a catturare, bevono acqua piovana. Al limite delle forze, vengono spazzati da una tempesta al largo delle Isole Marshall, dove i soldati nipponici li catturano. Cambio di scena: ora ci troviamo in un campo di prigionia giapponese, dove rimane circa due anni, fino alla fine della guerra. Qui viene preso di mira dallo spietato Mutshuiro Watanabe, detto ‘l’uccello’, e subisce continuamente torture fisiche e psicologiche, spesso condite di sadismo.
Nel ’45 finisce la guerra, Zamperini torna ad essere libero e rientra in patria. Si sposa con Cynthia Applewhite, ma la sua vita è lungi dal ritornare serena. Il ‘post traumatic disorder’ che colpisce i veterani di guerra attanaglia l’ex atleta, che vive soppraffatto dagli incubi, tanto da svegliarsi una notte con le mani attorno al collo della moglie: sognava di strangolare un uccello. E’ lei, Cynthia, che lo convince ad avvicinarsi alla chiesa, e Zamperini, dopo una diffidenza iniziale, scopre la fede, che lo aiuta a riemergere dai disordini di cui era vittima. La svolta cristiana è così profonda che diventa un predicatore, si sposta in giro per gli Stati Uniti in lungo e in largo a portare un messaggio di perdono. Ed è proprio per completare il suo percorso che, all’età di 81 anni, torna in Giappone, dove rivede, e perdona, alcuni dei suoi aguzzini, anche se non riuscirà mai a rivedere Watanabe, scampato al tribunale di guerra, che rifiuta di incontrarlo.
La sua incredibile vita, che abbiamo riassunto al nocciolo, ma conta decine e decine di altri aneddoti, ispira la scrittrice Laura Hillebrand, ed è leggendo la sua biografia che Angelina Jolie si innamora della storia di Zamperini, che con l’ex atleta ed eroe di guerra instaura un rapporto di affetto e amicizia. Muore lo scorso anno, all’età di 97 anni, ma la sua vita è ufficialmente entrata a far parte della leggenda.