Illuminare la casa usando la luce naturale del sole, per risparmiare energia e denaro, a sostegno dell’ambiente. Già visto, certo. Ma ci sono zone della casa che, con l’attuale tecnologia, rimangono comunque buie. E’ per ovviare a questa mancanza che è stato inventato LightCatcher, un sistema di specchi sul tetto, che con un’apertura di soli 1,6 mq fornisce la luce sufficiente ad illuminare una superficie da 60 a 120 mq.
EcoNation, società fondata nel 2009 con sede a Gand, ha ideato il LightCatcher («l’acchiappaluce»): composto da una cupola in policarbonato, i suoi specchi sono in grado di osservare il cielo e individuare il punto con la maggiore disponibilità di luce. Un esempio pratico: se una nuvola oscura il sole, il dispositivo utilizza un sensore per regolarsi nuovamente in modo automatico. Alimentati grazie a un pannello solare integrato, non necessitano neanche di rete elettrica.
Secondo EcoNation, il dispositivo è in grado di «illuminare a giorno in modo intenso e piacevole» uno spazio interno per una media di 10 ore al giorno, anche in paesi dove il cielo è frequentemente nuvoloso. Il vantaggio più evidente ottenuto grazie all’utilizzo del LightCatcher è il risparmio energetico derivante dalla riduzione dei consumi di luce artificiale. Sotto il profilo delle risorse, le sue dimensioni di 6,6 volte inferiori in media rispetto alle cupole standard che immettono la luce naturale negli immobili, «consentono di utilizzare meno materiale per generare più luce».
L’invenzione ha ricevuto diversi riconoscimenti a livello internazionale: nel mese di aprile 2013 è stata insignita a New York del premio Bloomberg New Energy Finance «New Energy Pioneers». Al momento è l’unica cupola ammessa agli incentivi statali, che in base ai paesi possono variare dal 18 al 50% del costo. Che potrebbero anche non essere fondamentali: secondo i produttori è sufficiente un periodo medio da 2 a 4 anni per recuperare i costi.
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