n tempo erano le decorazioni delle torte di pasticceria ad attirare i sogni cannibali dei commensali. Oggi invece la nuova frontiera del gusto è la stoviglieria commestibile. Complice una cultura della tavola sempre più attenta sia al vezzo e sia alla sostenibilità, un duo di gastronomi e creativi belgi, Helene Hoyois e Thibaut Gilquin, ha creato la start-up Do Eat.
L’idea è semplice e confonde i confini del lecito a tavola in nome della creatività. Non solo il cibo che è nei piatti può essere gustato, ma a fine pasto, lo stomaco si riempie anche del sapore delle stoviglie tutte da mangiare.
L’insolito fine-pasto è stato reso possibile grazie alla particolare creazione di un composto di fecola di patate, acqua e olio, che rende commestibili i contenitori da portata. Il sapore, assicura il duo di imprenditori, è neutro, la digestione, semplice, e il gioco invece eccita la mente e il palato.
Il progetto però, aldilà dell’esotismo culinario, ha i pregio di compiere un enorme passo avanti nel settore della gastronomia eco-sostenibile. I materiali da mangiare potrebbero infatti risolvere il problema dell’utilizzo della tanto odiata plastica, riducendo considerevolmente il volume di rifiuti prodotto per ciascuna cena, pranzo o catering su larga scala.
Per ora, l’iniziativa sta riscuotendo un discreto successo e mentre la commercializzazione si amplia, il duo di designer pensa a come estendere l’uso del materiale anche a altri utensili da cucina. Insomma, ci sarà forse un domani nel quale dichiarare l’amore per la cucina e quello per l’ambiente faranno parte della stessa espressione gioiosa.