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Calciatrici contro la FIFA; no ai Mondiali “artificiali”

Secondo le sportive la decisione di disputare l’intera competizione su un terreno sintetico sarebbe frutto di logiche sessiste

Women's World Cup
La Presse
Ancora una questione di -ismi per la FIFA. Dopo il caso Tavecchio, un altro episodio di potenziale sessismo getta una nuova luce su una cultura sportiva che non sempre si configura come priva di discriminazioni e pregiudizi. L’atmosfera della prossima Women’s World Cup in Canada non è in questo senso tra le più distese. Tra sportive e FIFA piovono da mesi accuse di discriminazione di genere per la scelta della federazione internazionale di disputare l’evento sportivo su erba sintetica piuttosto che su superficie naturale. D’altronde, sostengono le campionesse, il Mondiale maschile in Brasile è stato interamente giocato su una superficie naturale, motivo per il quale sarebbe giusto rivendicare un trattamento paritario rispetto ai colleghi di genere opposto. L’erba artificiale, si legge nel documento depositato dalle atlete presso il Tribunale per i Diritti Umani dell’Ontario, cambierebbe radicalmente il gioco, aumenterebbe il rischio di infortuni e sarebbe la conferma palese della scelta di un terreno di seconda classe per il campionato femminile.
 
Le querelanti, circa una quarantina e capitanate dalla tedesca Nadine Angerer e dalla americana Abby Wambach, hanno quindi fatto appello alle leggi canadesi per avvalorare quello che appare come un trattamento colpevole di sessismo. In particolare, la decisione della FIFA violerebbe in maniera palese il Codice per i diritti umani dell’Ontario che alla Sezione 1 recita: “Tutte le persone hanno diritto a ricevere un eguale trattamento rispetto ai servizi, beni e infrastrutture, senza discriminazioni”. 
 
Dura la reazione della FIFA: “Giocheremo su erba sintetica, non c’è alcun piano B”- ha dichiarato fin dallo scorso luglio Tatjana Haenni, responsabile FIFA per le competizioni femminili. Rincara la dose Jerome Valcke, segretario generale della FIFA: “Come è stato già spiegato, non è una questione di soldi, o di differenze di trattamento tra uomini e donne, è una questione di condizioni climatiche relative al Canada. Noi vogliamo garantire uguali condizioni di gioco a tutti i ventiquattro team in gara, sia negli stadi sia sui campi di allenamento”.
L’organizzazione sportiva si è poi affidata al parere tecnico del Professor Eric Harrison, dottore in Scienze e tecnologie dei materiali polimerici: “I campi da gioco in erba naturale a questo tipo di latitudini, sono generalmente impoveriti dopo l’inverno rigido. A causa delle forti nevicate, le superfici si presentano spesso irregolari e avrebbero bisogno di successivi livellamenti prima di essere adatte al gioco”. Infine il recente affondo di Valcke sul sito ufficiale della FIFA: “La decisione di far giocare il Mondiale sui campi sintetici, è stata esclusivamente dettata dalle estreme condizioni climatiche del paese ospitante. Cerchiamo di assicurare sempre le migliori condizioni di gioco. Per questo motivo anche il Mondiale maschile sarà presto giocato su questo tipo di superfici artificiali”.

Una dichiarazione che da sola non basterà a placare gli animi delle giocatrici. In effetti, l’erba naturale è stata già impiegata in passato durante i Mondiali in Germania e in Svizzera nonostante le rigide condizioni climatiche dei due paesi. Per ora la polemica non ha trovato nessun epilogo certo se non quello di un possibile scontro in tribunale. L’unico fattore cristallino è invece quello che caratterizza il clima attuale da pre-Mondiale; molto teso e potenzialmente esplosivo. 

 
 
 

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