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I maschi fragili di Marco Risi

Virilità interrotte e polemiche di sessismo, il film del regista divide la platea romana

Tre Tocchi Marco Risi
Tre Tocchi Marco Risi
Tre Tocchi, che comincia in uno spogliatoio calcistico e segue le frustrazioni di sei aspiranti attori, è una piccola anomalia nel panorama della cinematografia contemporanea. Primo, perché è un film tutto al maschile, con persino un cameo di Paolo Sorrentino, dove gli uomini sono protagonisti e le donne quasi assenti, e secondo, perché è un’opera che indaga profondamente le fragilità, nel lavoro e nelle relazioni, di un gruppo di maschi dalle diverse età e caratteristiche.

Mi interessava cercare di capire le frustrazioni dei non attori e le loro malinconie. Ho cominciato a osservarli nello spogliatoio del calcio. Due volte a settimana gioco con la squadra degli ItalianAttori, è un giorno uno dei protagonisti del film se l’è presa con me per un provino andato male. Io non ho particolare passione per gli attori famosi, ma mi interessava la condizione di chi non lo è”. Per questo, il regista ha convocato 20 dei calciatori dilettanti e aspiranti attori, e ha scelto sei di questi per raccontare le storie di frustrazione che sono al centro del film. Tra romanzo e realtà emergono le solitudini di un gruppo di uomini alle prese con una duplice illusione; quella della fama e quella di una fittizia mascolinità.

 
Non sono mancate però le accuse di sessismo da parte del parterre di giornalisti. Le donne nel film sono poche e spesso i loro destini non sono proprio felici. “Questo non è un film sessista – ha detto Massimiliano Benvenuto-  oppure contro le donne, non è un film di genere, esce fuori una fragilità maschile e una sensibilità femminile importante. Anche se si parte dal calcio”. “In realtà chi esce distrutto da questo film sono proprio gli uomini – conclude Vincenzo De Michele – Sono loro che ne escono fragili e insicuri”. Ora resta solo il giudizio del pubblico a fare chiarezza sul destino di un film che spiazza e divide.