Il tempo ha segnato i loro volti, ma non ha tolto un minimo di quella fierezza, quel coraggio che le ha rese simboli della lotta alla mafia. Sono le donne che nel 1992, dopo le stragi di Capaci e Via d’Amelio, scesero in piazza a Palermo e dichiararono l’inizio del digiuno, chiedendo le dimissioni delle più alte cariche dello Stato. Una protesta simbolica, ma anche un atto di un coraggio estremo nella Sicilia che all’epoca era tormentata dalle stragi mafiose, e non solo quella terra: Firenze, Roma, Milano, gli attentati che nel ’92-’93 hanno macchiato col sangue la storia dell’Italia intera, rimanendo congelati come un incubo nella memoria collettiva. Eppure reagire era un altro paio di maniche: ci voleva un coraggio da leoni, anzi, da leonesse, e lo hanno tirato fuori le donne, le compagne, le testimoni dei processi, le sorelle, le mogli delle vittime degli attentati, le attiviste.
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Rita Borsellino
Il fotografo Francesco Francaviglia le ha immortalate, più di vent’anni dopo, in una serie di scatti che raccontano tutta la loro fierezza, esposti nella mostra ‘Le Donne del Digiuno’ inaugurata pochi giorni fa presso l’aula San Pier Scheraggio della Galleria degli Uffizi, curata dalla photoeditor dell’Espresso Tiziana Faraoni. Ventidue anni dopo, possiamo riscoprire i bellissimi volti di Pina Maisano Grassi, moglie di Libero, l’imprenditore ucciso per essersi ribellato al pizzo; Simona Mafai, storica capogruppo comunale del Pci; la fotografa Letizia Battaglia; l’ex sindaco di San Giuseppe Jato, Maria Maniscalco; Michela Buscemi, conosciuta per essersi costituita parte civile al maxiprocesso del 1985 dopo l’assassinio dei suoi due fratelli; Luisa Morgantini, ex vice presidente del Parlamento Europeo e la cantante Giovanna Marini, giunte da Roma per partecipare all’iniziativa delle palermitane. Altre sono effigi di donne che hanno continuato la loro resistenza nella classe di una scuola, in un ufficio della Regione, in un quartiere difficile come quello dello Zen: Bice Salatiello, Virginia Dessy, Anna Puglisi.
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Mimma Grillo
Un percorso di 31 ritratti accompagnato da un audioproject a cura di Giuditta Perriera in cui ritornano le voci del passato: frammenti di telegiornali, le interviste a Falcone e Borsellino, le testimonianze di quei pentiti che azionarono i radiocomandi degli esplosivi. La mostra ‘Le Donne del Digiuno’ è un omaggio alla forza e alla fierezza, e forse anche un modo di dire ‘grazie’ a chi si è ribellato quando tanti altri non ne ebbero il coraggio. L’esposizione sarà visitabile fino al 9 novembre, con ingresso libero, dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 17, e si accompagna ad un volume fotografico con i contributi di esponenti storici dell’antimafia come Pietro Grasso.