“La superstizione mette il mondo intero in fiamme, la filosofia le spegne”, sosteneva Voltaire circa quattro secoli fa. E come dargli torto, tenendo presente che queste rallentano il nostro agire e aumentano il nostro pessimismo. Lo so: d’un tratto, scale, gatti neri, ferri di cavallo e date nefaste stanno attraversando la vostra mente, affollandola di ricordi e di volti preoccupati.
Non abbiate paura, la soluzione a questi problemi ve la potrebbe dare Helmut Hiller, autore del “Dizionario della superstizione”, la cui nuova edizione sarà in libreria i primi di ottobre per Castelvecchi, e che propone al lettore una vera e propria enciclopedia sull’origine di tante credenze popolari in Europa.
Se siete tra quelli che per dimenticare qualcosa di spiacevole lancia dietro di sé una pantofola, o se non vi muovete da casa in giorni come venerdì 13, o se vi lanciate in rituali scaramantici ad alto volume appena il sale si versa in tavola, una lettura è più che consigliata. Per vivere meglio. Per liberarsi da tutti quei pesi culturali che turbano, o addirittura rovinano, le nostre giornate. E che, talvolta, hanno provocato anche guerre e serie crisi famigliari. Soprattutto a partire dal Medioevo, quando iniziarono a diffondersi a macchia d’olio.
Helmut Hiller, nato nel 1923, è noto per le sue biografie di personaggi storici, tra cui quelle di Ottone il Grande, Federico Barbarossa ed Enrico il Leone, dalle quali, essendosi confrontato con il mondo e con l’epoca di questi sovrani medioevali, ha tratto spunto per questa mini enciclopedia: da Abete («Chi rubava un abete si sarebbe spaccato un braccio») a Zucca, passando per sentenze quali, generalizzando, le suore portano male e le prostitute bene.
Tra quelle più famose, si credeva che piantando nella porta e nello stipite della stalla alcune zeppe di legno d’acero si impedisse l’accesso alle streghe. E che l’acqua piovana, appena caduta dal cielo, possedesse virtù terapeutiche e magiche. Durante la gravidanza, invece, alle donne che avrebbero mangiato molte mele sarebbero state garantite bellezza e salute per il nascituro. E le donne che si sarebbero lavate con sangue caldo di bue o nel latte d’asina sarebbero state belle più a lungo.
Ma le credenze riguardano anche le questioni economiche, e alcune sono ancora decisamente attuali. Sputando sui soldi riscossi durante i primi giorni della settimane e del mese, si sarebbero moltiplicati nei successivi; se si contano in continuazione, invece, diminuzione degli stessi e addirittura calvizie precoci. Neanche le perle portano bene: considerate un simbolo di lacrime, le spose non dovevano averne tra i loro gioielli nuziali per garantire lunga vita al proprio matrimonio.
Anche la colazione, talvolta, è portatrice di malaugurio: la schiuma sul bordo della tazza annuncia la morte precoce di chi vi ha bevuto. E la ragazza che mette prima il latte e poi lo zucchero è destinata a morire zitella. Figuratevi se i gatti, considerati gli animali delle streghe, non fossero stati oggetto di cattive credenze: se si incontrano per strada, disgrazie e cambiamenti di tempo sono in arrivo.
Se non avete paura di tutto questo, potete tirare un sospiro di sollievo. No, non siete superstiziosi. Anche se quel piatto di lenticchie a Capodanno…