Primo lungometraggio animato brasiliano per adulti, vincitore del Festival di Annency 2013. Rio 2096, uma história de amor e fúria è ora in gara per il platinum grand prize al Future Film Festival 2014.
Diretto da Luiz Bolognesi, reso celebre dalla sua partecipazione alla stesura della sceneggiatura di un altro capolavoro brasiliano, La Terra degli uomini rossi (2008), Rio 2096 narra della vita di un uomo, nato indios e mai morto. Prescelto dagli dei, diviene il portatore di una missione fondamentale, che travalica le epoche e i popoli, ossia salvare il mondo dal male, in ogni sua forma.
Ambientato in Brasile, Rio 2096 è una potente storia di amore e guerra. Ad ogni morte apparente, il guerriero si tramuta, assumendo le sembianze di un volatile destinato a migrare per anni. Il suo viaggio è guidato dal legame con Janaína, la donna che ama e amerà in ogni epoca o tempo. L’uomo, sempre uguale nell’animo ma sempre differente nel corpo che assume, è guidato e sostenuto dalla forza della donna che ama, combattiva e tenace, forse più di lui.
Sulle tracce del protagonista ripercorriamo la storia del Brasile in quattro momenti storici simbolo del grande paese: la scomparsa degli indios per mano dei portoghesi nel 1500, la schiavitù del 1800, la dittatura negli anni ’70 e una futuristica Rio de Janeiro distrutta dalla guerra per l’acqua e dal capitalismo in un non troppo lontano 2096.
Sul filo della poesia Bolognesi riesce a intrecciare politica, storia e amore in un’opera dal sound rock e dinamico. Molteplici emozioni scatenate in soli 98 minuti e in cui vengono definiti personaggi con tratto pulito, dal disegno alla caratterizzazione. Nulla di superfluo – neanche nell’immagine della futuristica Rio – solo la semplicità che riesce a dare forza a un film che lancia una domanda, più che un messaggio: è davvero imminente il tanto citato “progresso” del Brasile?
Le cronache degli ultimi anni non fanno che confermare che sarà un cammino tutt’altro che semplice. La scorsa estate centinaia di migliaia di cittadini sono scesi in piazza contro la corruzione, i costi della vita troppo alti, i servizi pubblici mediocri e gli sprechi legati ai Mondiali di calcio (il cui budget è salito dal miliardo di dollari preventivato a più di undici).
Ma il New York Times ha di recente sottolineato che tra il 2003 e il 2009 il reddito dei poveri è cresciuto sette volte rispetto a quello dei ricchi, mentre in America la forbice continuava a crescere. In quello stesso periodo, i poveri sono passati a rappresentare dal 22 al 7 per cento della popolazione: secondo alcuni calcoli, 40 milioni di persone in meno in un solo decennio.
Un velo di speranza può permane per questo gigante democratico da 200 milioni di persone, che dopo i Mondiali di calcio ospiterà anche le Olimpiadi del 2016. Un salto verso un futuro migliore che non potrà far altro che portarsi dietro un passato fatto di corruzione e guerre, un passato contro cui combattono i due amanti eroi di “Rio 2096”.