Datemi una capirinha e vi solleverò il Mondiale. No, decisamente non l’ha mai detto nessuno, ma sostituendo la famosa “leva” di Archimede nella citazione che cambiò le leggi della fisica, potremmo trovare un nuovo leit motiv per le prossime calde serate estive all’insegna dei Mondiali brasiliani.
Non tutti sanno, infatti, che il cocktail, tipicamente brasiliano grazie anche ai suoi colori un po’ verde-giallo, è stato creato da contadini proprietari terrieri della regione di Piracicaba, Stato di San Paolo, durante il XIX secolo, facendo “leva” proprio sulla ricca coltivazione della canna da zucchero propria della regione. Almeno secondo quanto sottolineano gli storici. Sicuramente la famosa bevanda alcolica divenne presto popolare grazie al suo basso prezzo e alla povertà dei suoi ingredienti.
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Proprio nella terra brasiliana, quest’anno, è stata realizzata una caipirinha da Guinness. L’ideatore del progetto è il cantante sammaurese Alberto Pazzaglia alias Betobahia, autore della canzone Ciapa la Galeina. Settecento i litri realizzati, con 350 chili di ghiaccio, 60 chili di zucchero, 80 chili di limone e 220 litri di Cachaça Pitù.
Il cocktail, come da ricetta tradizionale, si compone di cachaça, lime, zucchero bianco e ghiaccio. Il suo nome deriva dal diminutivo della parola brasiliana caipira, che viene usato per designare gli abitanti delle zone rurali e remote dello stato. E non richiede particolare attenzione ed esperienza nella sua preparazione.
Occorrono 6 cl di cachaça, mezzo lime, 3 cucchiaini di zucchero di canna lavorato bianco e ghiaccio tritato. Innanzitutto serve tagliare il lime in 4 pezzetti di ugual misura in un bicchiere, aggiungere lo zucchero e con un pestello esercitare una leggera pressione sulla polpa del lime, senza esagerare. Si aggiungono successivamente i cubetti di ghiaccio spaccati e infine la cachaça. A conclusione, si potrebbe anche passare il succo del lime sull’orlo del bicchiere, per poi aggiungere ulteriore zucchero.
Da servire rigorosamente con due mezze cannucce e, per l’occasione, con uno stuzzicadenti, con bandiere o ombrellini, che rimandano ai colori del vostro Paese per cui volete tifare. E se non dovesse essere un modo per festeggiare una vittoria, può sempre essere una valida alternativa per annegare le vostre delusioni. Scherzi a parte, non esagerate: è abbastanza forte!