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Stefania Rocca: “I Vanzina? Due che amano le donne”

La protagonista di “Un matrimonio da favola” si racconta in esclusiva a Stile.it

 Stefania Rocca
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“Carlo ed Enrico non li conoscevo di persona, ma conoscevo i loro film: alcuni mi erano piaciuti, altri meno. Al primo incontro con loro mi sono quasi presentata in punta di piedi. E’ durato un secondo, perché ho trovato due persone con cui c’è stata sin da subito tanta intesa”. La voce con cui Stile.it parla al telefono è quella entusiasta di Stefania Rocca, mentre quel “Loro” si riferisce a Carlo ed Enrico Vanzina. I nomi della scuderia più forte della commedia italiana da trent’anni a questa parte che, in occasione del loro nuovo film intitolato “Un matrimonio da favola”, hanno chiamato l’attrice per affidarle uno dei ruoli di punta: “Ho scoperto due uomini che amano le donne in maniera incredibile. Carlo ed Enrico hanno una sensibilità nel riconoscere le donne e le loro sfaccettature. Nel film ci sono tre personaggi femminili reali: belle donne che però non vengono semplicemente arruolate per la loro bellezza. I Vanzina vogliono bene agli attori, mi sono trovata benissimo nel loro mondo anche per questo. Così bene che non esiterei a tornare a lavorare con loro”.

Stefania sei una delle attrici più “internazionali” che abbiamo in Italia, eppure il cinema dei Vanzina rappresenta un po’ la quintessenza dell’essere italiano. Ti sei dunque riconciliata di più con le tue origini facendo un film con loro?
In realtà credo che in questo momento dobbiamo proprio fare tanto per il nostro Paese. Mi dispiacerebbe molto rinnegare il nostro cinema. Non ne ho alcuna intenzione: voglio lavorare nel mio Paese e voglio contribuire a rendere questo nostro cinema il migliore possibile. La mia è una piccola rivoluzione, molti scelgono di andare via, io invece rimango.

Riascoltando e rileggendo le interviste che hai rilasciato in passato viene sempre fuori la grande determinazione e la passione con cui hai voluto cominciare a fare questo mestiere nonostante la poca fiducia dei tuoi cari. Dopo vent’anni quel fuoco c’è ancora?
Negli ultimi anni mi sono un po’ fermata per prendermi cura della grande famiglia: ho avuto due bambini e ho fatto altre cose, però se non ci fosse quel fuoco oggi non potrei più continuare. Effettivamente quando ero “pischella” dicevano sempre che ero “determinata e passionale”. Ho sempre pensato di essere una tipa disciplinata, io arrivo dallo sport quindi la determinazione è la stessa di quando andavo a giocare le partite di pallavolo. Ce la mettevo sempre tutta, proprio come oggi. Il momento della partita è come quello del ciak: c’è quello e non ce n’è un altro.

Come nello sport, così nel cinema: da ex atleta sei molto disciplinata? Come te la cavi a improvvisare: è una cosa che ti confonde?
Assolutamente no, anzi mi piace parecchio. E’ stato improvvisando che convinsi Kenneth Branagh a prendermi in “Pene d’amore perdute”. Quel provino fu un’unica improvvisazione. Quindi improvvisare nella commedia mi diverte, sebbene rimanga attentissima a non strafare: del resto sono sempre una precisa.

Ce l’hai un rituale che pratichi prima di andare in scena?
Caccio sempre un urlo. È vero. Lo faccio sempre e mi prendono sempre in giro.
 
L’ultima volta che ci siamo parlati risale almeno a tre anni fa: all’epoca mi raccontavi che in Italia non si trovavano ruoli di donne interessanti. C’erano solo personaggi femminili disperati e frustrati. È cambiato qualcosa?
È ancora un fatto che ci sono molti più personaggi maschili rispetto a quelli femminili nel nostro cinema, però per quei pochi femminili sono cambiati. Almeno un po’. Non ci sono solo amanti o  mogli frustrate, finalmente abbiamo personaggi femminili un po’ più colorati e, soprattutto, un po’ più “personaggi di sostanza”. Dunque sì, ho notato più varietà nel mondo femminile al cinema.  

La domanda finale è quella tradizionale: chiedo sempre qual era il poster che avevi in camera da ragazzina?
Solo uno: Jim Morrison!

Un matrimonio da favola è distribuito da 01 Distribution.