Sono le dieci del mattino. E sono ancora a stomaco vuoto in attesa di incontrare Simona Molinari per prendere un caffè e fare due chiacchiere insieme. Tante le novità che la riguardano: dal musical “Jesus Christ Superstar”, dove vestirà i panni di Maria Maddalena, al nuovo album in preparazione, ispirato ai sogni che viaggiano “in aereo e su rotaie”. Partiamo subito con un buon espresso.
Ecco, se dovessi scegliere di fare colazione da qualche parte del mondo, adesso, dove ti piacerebbe essere?
Il primo posto che mi viene in mente è Amalfi: un bellissimo posto di mare. Mi ricorda un’altra colazione molto bella, sempre in città, dove una splendida luce illuminava la sala dove ero seduta. Un gran senso di serenità e di pace a due passi dal mare. Per me la colazione è un appuntamento molto americano: carne, uova e salato. E’ per questo che a casa mia la salto sempre (ndr, ride).
Nata a Napoli ma cresciuta a L’Aquila. Dov’è il tuo cuore?
Un po’ qua e un po’ là. E non è una risposta diplomatica. Sono cresciuta con le tradizioni e con le usanze napoletane. Razionalmente mi sento campana o, meglio, napoletana. Ma quello che mi ha dato L’Aquila, dal punto di vista umano, è davvero tanto.
Allora parlami di Napoli.
Mi piacciono le città decadenti e, in Italia, non sono poche (ndr, ride). Proprio per la stessa ragione mi piace anche Roma. Ma la decadenza napoletana è diversa da quella romana. Mi piace perché c’è un’antichità affascinante che, però, urge tutelare e salvaguardare.
Quali sono i tre posti da vedere a Napoli?
Te ne dico quattro: la Napoli sotterranea, il belvedere a San Martino, il lungomare in via Caracciolo e Piazza del Plebiscito.
Cosa rimane, nel tuo cuore, di L’Aquila?
Era una bomboniera, una città autosufficiente, un po’ chiusa in se stessa. Era lì, a disposizione di chi volesse godere dei suoi luoghi e dei suoi piccoli vicoli. Ora solo macerie. Ai margini una città esterna. Atmosfere da fantasmi. Sì, io la vedo ancora bella, c’è la mia famiglia e le mie amicizie, ma non la riconosco più. In particolare ricordo il centro, dove ho trascorso la mia adolescenza. E il teatro comunale, dove sono cresciuta artisticamente.
Ok, facciamo un salto, dal passato al futuro: un viaggio, di emozioni o di lavoro, che vuoi fare prossimamente.
Desidero raggiungere il Brasile, magari Rio, perché mi piace “sentire” le sensazioni, vivere i colori e le gioie di queste persone che umanamente hanno tanto da raccontare.
Durante i tuoi tour hai toccato tantissime città per il mondo, da Mosca a New York. Qual è la città che ti ha entusiasmato di più?
Hong Kong mi è piaciuta tanto: una grande città, molto “open mind”, con una popolazione immensa. Tante popolazioni, così differenti, concentrate in un territorio ristretto. Basta una sera per conoscere tutti. E, stranamente, ti senti a casa. Sono rimasta un po’ delusa da Tokio: pulitissima, ordinatissima, una città ideale da un punto di vista visivo. Ma, dal punto di vista umano, fredda. Quando trovo, invece, le città che compensano bellezza visiva e umana, ecco, quello per me è il massimo.
I tuoi viaggi sono all’insegna dell’emozione. Dove andresti a vivere?
Tutta la vita in Italia. E, se potessi scegliere, proprio Roma. E’ l’unica città dove penso di poter comprare una casa. Ma, in alternativa, anche New York mi affascina molto.
Il tuo boom artistico è avvenuto proprio in occasione di Sanremo dove, lasciatelo dire, eri davvero bella e sexy.
Grazie al mio stilista Antonio Martino. Devo dire che quest’anno ho vissuto quest’esperienza in maniera più positiva rispetto all’anno scorso. Forse perché non avevo l’ansia della gara.
E, sempre, da un punto di vista artistico, cosa bolle in pentola?
Dal 18 aprile a giugno sarò tutte le sere al teatro Sistina a Roma, con il musical Jesus Christ Superstar. Durante l’estate farò, a grande richiesta, altre tappe del mio tour “La felicità in tour”. Intanto sto lavorando per il prossimo disco, che uscirà nel 2015. Ci sarà un’evoluzione musicale, mi sto muovendo verso nuovi stili e contaminazioni.
Se dovessi cimentarti con qualche duetto, con chi ti piacerebbe lavorare?
Sicuramente Jovanotti. Perché se bisogna sognare, occorre farlo in grande.