Abiti vintage acquistati non solo per moda. Dal 12 marzo 2014, a Milano in via Padova 36, nasce Share il primo negozio di abbigliamento usato che finanzia con le vendite alcuni dei progetti di sostegno promossi dalla Caritas. L’amore per quel particolare gusto estetico che gli abiti di annata portano con sé si concilia così all’etica del consumo critico e della solidarietà sociale in un progetto che riporta al centro il consumatore inserito nella quotidianità della vita e del commercio, ma questa volta oggetto di una nuova sensibilità.
3500 capi provenienti da diversi punti di raccolta sparsi per il mondo, esposti in duecento metri quadri di negozio, e tre collezioni uomo, donna e bambino, con prezzi stabiliti per i capi che oscillano tra i 3 e i 13 euro. Questo il profilo del progetto ad alto impatto di cooperazione sociale promosso dal Consorzio “Farsi Prossimo” , una rete di cooperative portata avanti dalla Caritas Ambrosiana. Secondo Carmine Guanci, responsabile dell’iniziativa interpellato dal giornale Io Donna: “Non si tratta del solito negozio dell’usato che si rivolge a persone prive di risorse. Share è per tutti quei clienti che sono attenti al valore dei propri consumi. Il nostro modello tende a creare una catena sostenibile, per capire se sia possibile generare ricchezza da destinare alle nostre imprese sociali di servizi per persone svantaggiate. Scegliere un vestito di seconda mano non è quindi un ripiego, ma un nuovo approccio ai consumi che unisce il risparmio alla solidarietà, il rispetto dell’ambiente all’utilizzo sociale della ricchezza prodotta”. L’idea, a seconda di quali saranno i risultati dell’esperienza milanese, è di replicare l’iniziativa in altre città italiane, in un franchising del riuso e della solidarietà”.
Rispetto per l’ambiente, per il prossimo e la promozione di un consumo più sostenibile per tutti sono alcuni dei principi che ruotano intorno al progetto Share e che vedranno finanziare per il primo anno sosterrà il programma di sostegno del Consorzio “Farsi Prossimo” che interessa le madri sole con figlie destinate a vivere progetti di co-housing sociale. Share invita i consumatori a riconsiderare il momento dell’acquisto come un atto non confinato alla pura azione commerciale, ma un momento capace di contribuire significativamente al benessere della società e al lavoro della cooperazione sociale.