Non provate un’esplosione di gioia quando mangiate un’insalata? E non vi capita mai di sedervi di lato come Biancaneve quando lavorate al computer? Strano, eppure le donne delle agenzie fotografiche lo fanno sempre. Ironia a parte, è un tema caldo di questi giorni l’idea di Getty Images in collaborazione con Lean In di creare una banca dati fotografica che rappresenti realmente le donne di oggi, al di là degli stereotipi, che si chiama proprio Lean In.
La necessità nasce dal fatto che, lo sa bene chi per mestiere si avvale di stock fotografici, quando si cercano immagini di donne per la maggior parte si trovano cliché che spesso sfiorano il ridicolo, come appunto posture improbabili per stare al pc (alcuni esempi) e sorrisi a bocca spalancata inforcando una foglia di lattuga (collezioni sul web lo testimoniano). Per non parlare della ‘donna di successo’: a questa voce fioccano il tailleur (rigorosamente anni Novanta), la ventiquattrore (magari con un bambino dentro), il tacco a spillo (che schiaccia un piccolo uomo, perché no?). Se poi digitiamo parole chiave come ‘crema viso’ troviamo altrettanta felicità quanta ne provoca l’insalata, ovviamente spalmata su volti lisci come una pelle di tamburo, mentre a ‘minigonna’ rasentiamo la pornografia. Possiamo continuare citandovi la ‘gelosia’ che immancabilmente vede due donne super sexy scambiarsi occhiate di fuoco mentre l’uomo conteso si gongola.
Potremmo andare avanti all’infinito, e qualcuno potrebbe controbattere, come evidenzia la rivista Atlantic, che le foto di stock sono stereotipate per antonomasia: devono cioè andare bene per tante diverse situazioni, e il cliché consente di distribuirle in massa. Ecco che il concetto di emancipazione e di evoluzione della donna non vanno esattamente d’accordo con gli archivi delle agenzie fotografiche, che finiscono per ritrarre donne irreali. Ragion per cui Getty Images, una dei più grandi archivi di immagini del mondo, e Lean In, organizzazione no profit che fa capo a Sheryl Sandberg (alias la direttrice operativa di Facebook) hanno deciso di creare una raccolta di fotografie in cui le donne sono ‘vere’ e ritratte in reali momenti di quotidianità, di lavoro, di tempo libero, di sport, di relazioni umane. Donne di successo e contemporanee, lontane dagli stereotipi. Per ora si tratta di 2.500 immagini, ma l’impegno è quello di aumentarle un po’ alla volta.
Rispettare la donna significa anche smettere di ritrarla attraverso cliché, e come aveva sottolineato il New York Magazine in un articolo intitolato ‘Feminism, according to stock photography’ “forse le donne hanno bisogno di un’agenzia fotografica tutta loro”. Eccola, è arrivata.