Dieta: quale immagine viene in mente? Pasti piccoli e dalle taglie small riservate ai piatti della nouvelle cuisine oppure un grande senso di fatica provato per evitare di mangiare fuoripasto. Un nuovo regime nutrizionale promette risultati convincenti facendo leva sulla capacità di riattivare il metabolismo attraverso pasti frequenti.
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La Fast Metabolism Diet, inventata dalla nutrizionista americana Haylie Pomroy, è un metodo di dimagrimento di grande successo che sfrutta il principio del more is more. Mangiare in maniera più frequente aumenta il metabolismo e fa dimagrire. La dieta dura 28 giorni, e si sviluppa su tre fasi distinte da portare avanti in ciascuna settimana. Nella fase 1, a base dicarboidrati e verdure, si convince il proprio corpo, attraverso i ritmi dell’alimentazione, che tutto ciò che viene ingerito va consumato e non accumulato come grasso all’interno dei magazzini del corpo. Nella fase 2, a base di proteine e verdure, si agisce sui grassi accumulati, trasformandoli in muscoli, e nella fase 3, a base di grassi salutari, proteine, verdure e carboidrati si attacca finalmente il grasso accumulato.
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La dieta del metabolismo associa a ciascuna fase una frequenza di assunzione dei cibi, almeno 5 volte al giorno, dettando l’imperativo categorico dell’affiancamento ad un’attività fisica diversa a seconda della fase affrontata e la compilazione di una black list di cibi e bevande assolutamente vietati. Nell’elenco finiscono alimenti considerati poco dietetici, come lo zucchero raffinato, il grano e i diet-killer come alcol e merendine. Infine il regime può essere anche adatto a vegani e vegetariani. Basta sostituire nella fase 1 e 3, la carne, con i legumi, per chi non mangia carne, e per i vegani, infrangere il divieto di nessun alimento a base di soia dettato nella fase 2, e dare libero sfogo a tofu e altri cibi a base di soia. Sembra facile e forse lo è.