Era dai tempi di Raul Gardini, il “corsaro” di Ravenna, che l’Italia non era al centro dell’attenzione degli abitanti di Chicago, la più grande metropoli dell’entroterra statunitense e la terza di tutti gli Usa per popolazione. Merito di Eataly e, soprattutto, del suo deus ex machina Oscar Farinetti che, in partnership con Batali & Bastianich Hospitality Group e Adam and Alex Saper, ha dato vita ad un’autentica enclave italiana d’oltreoceano. Con un investimento nell’ordine dei 20 milioni di dollari.
Formula vincente
Ubicato al numero 43 della East Ohio Street, su River North, Eataly Chicago si sviluppa su ben 8.000 metri quadri di superficie proponendo un menu o, meglio, una store directory comprendente ben sette ristoranti tematici (La Pizza & La Pasta, La Carne, Il Pesce, Le Verdure, La Piazza, Il Fritto, La Birreria), una trattoria, due caffetterie (Lavazza e Vergnano), una gelateria, un corner Nutella oltre a una ventina di aree tematiche retail (macelleria, pescheria, pasta fresca, salumi, formaggi, panetteria, pasticceria, cioccolateria, frutta e verdura fresche, confetture e conserve, oli extravergine d’oliva, pasta secca, salse e condimenti, vini e birre). Ad integrare l’offerta food un’area dedicata ai casalinghi e una libreria. Come da prassi ormai consolidata, non mancano, inoltre, gli spazi formativi nonché quelli a disposizione di eventi e manifestazioni culturali o aziendali. Coerente e fedele alla sua missione originaria, Eataly punta, infatti, a promuovere uno stile di vita migliore, ovviamente italiano, ancor prima che dei meri prodotti.
Cultura italiana
Dai cibi alle bevande, dalle ricettazioni alle scritte è tutto un inno all’Italia e alle nostre tradizioni in un tripudio di colori, profumi e, soprattutto, esperienze studiate per appassionare il visitatore più riottoso. “La città di Chicago vanta una cultura del cibo fortissima – commenta Oscar Farinetti -. Siamo molto felici di questa nuova apertura. Il negozio è bellissimo e speriamo che gli abitanti di Chicago se ne innamorino, tanto quanto ne ce ne siamo innamorati noi”. La storia continua.