Non più donne e uomini sull’orlo di una crisi di nervi. “Spaghetti Story” di Ciro De Caro, è un lavoro che prova a fuggire gli stereotipi cinematografici su giovani e precariato, costruendo una storia fresca, low budget, che possiede il coraggio di affermare che l’unica idea di futuro possibile è fuori dai ruoli che la società, e il cinema, hanno concepito per ciascuno.
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Un prezioso lavoro indipendente arricchisce l’offerta cinematografica natalizia di ritratti femminili e maschili ricchi di complessità, con le storie sincere di un gruppo di trentenni che sembra aver perso tutto tranne l’ottimismo. Valerio (Valerio Di Benedetto), Scheggia (Cristian Di Sante), Serena (Sara Tosti ) e Giovanna (Rossella D’Andrea), vivono in una Roma periferica, non quella imperiale di “La grande bellezza”, e ognuno prova a sbarcare il lunario dividendosi tra lavoretti di sostentamento e forti aspirazioni personali. Poi arriva la paura di essere se stessi, la pressione sociale imposta dagli standard della comunità a trasformare ogni personaggio in un’isola che non comunica con il proprio arcipelago di appartenenza. Ma una prospettiva straniera costringerà tutti i protagonisti a infrangere le gabbie nelle quali sembrano autoconfinarsi.
La pellicola distribuita da Distribuzione Indipendente trova il giusto tono per descrivere con realtà e freschezza la generazione dei trentenni fuori dai romanticismi eccessivi, dai drammi esasperati, da una recitazione per forza nevrotica in nome di un ritratto piuttosto sincero e complesso di tutti i personaggi.
