Di Giulia Mattioli
Si usa dire che ‘dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna’, cosa che ad un approccio
superficiale fa annuire con soddisfazione, ma da un altro punto di vista ricorda come da sempre una ‘grande donna’, stia necessariamente ‘dietro’ un ‘grande uomo’. Dietro, nell’ombra. Eppure da un po’ di tempo a questa parte vediamo donne come Michelle Obama che non stanno esattamente alle spalle al marito, ma piuttosto a fianco, e non solo per questioni di immagine, ma per promuovere campagne, rendersi attiva nel sociale, mettendo la propria faccia su tematiche importanti. O come Hillary Clinton, moglie di Bill: cronologicamente ‘dietro’, poi a fianco, poi addirittura davanti. Ora è il momento di Chirlane McCray: moglie del neoeletto sindaco di New York, ha già conquistato l’attenzione di tutti grazie ad una carriera che va ben oltre l’essere la ‘first lady’ di Bill de Blasio.
In effetti i media americani e le testimonianze di chi li conosce ritraggono una coppia, un team, un vero connubio di politica (lui) e attivismo (lei). Entrambi confermano che agiranno in squadra: appena Bill de Blasio entrerà in carica, lei si occuperà di “dar voce alle voci dimenticate” ha dichiarato a The News. La campagna stampa li ha ritratti spesso insieme, i figli (Chiara e Dante, 16 e 18 anni) sono comparsi pubblicamente per pubblicizzare la candidatura: tutta la famiglia si è esposta, senza paura di dichiararsi estremamente progressisti, vicini alla gente non rappresentata, a tutte quelle persone che vivono come ombre nella città più sfavillante d’America. Non a caso la campagna elettorale di de Blasio ha spesso puntato l’indice contro il divario tra ricchi e poveri, tanto che i conservatori lo hanno accusato di genuflettersi alle istanze di Occupy Wall Street.
L’attenzione di Chirlane McCray è rivolta ai non abbienti, ma specialmente alle donne, e a quelle di colore in particolare, troppo poco valorizzate, afferma. Sono decine gli articoli sui quotidiani nazionali che ne raccontano la vita coraggiosa: classe 1954, Chirlane visse il razzismo sulla sua pelle sin dai tempi della scuola, quando era l’unica alunna nera in un istituito di bianchi, e quando la famiglia era la seconda di colore a vivere in una cittadina come Springfield, Massachusetts. Le sorelle e le insegnati la ricordano come una bambina forte e fiera, sempre a testa alta, mai piegata dalle angherie o dalle maldicenze della gente (i concittadini fecero addirittura delle petizioni per cacciare la famiglia dalla città). Al college oltre che assumersi l’impegno di lottare contro il razzismo, aggiunge una nuova tematica sociale e personale al suo attivismo: l’omosessualità. Pubblicò un articolo, incredibilmente forte per l’epoca, intitolato ‘I’m a lesbian’, con l’obbiettivo di scardinare l’idea che i neri non fossero omosessuali, e affermare il suo odio verso le etichette di genere. Femminista, sessualmente libera, afroamericana: Chirlane ha la forza di un caterpillar nell’affermarsi in un mondo che le è ostile, e che solo anni dopo riuscirà ad accettare (e parliamo di New York) le istanze che ha sempre portato avanti.
Il giovane Bill de Blasio si innamorò di lei a prima vista, conoscendola durante la campagna elettorale dell’allora candidato sindaco David Dinkins, per il quale Chirlane scriveva i discorsi pubblici. De Blasio rimase folgorato da questa donna così forte e sicura, e dal suo piercing al naso, che, nel 1991, era un segno assolutamente distintivo di autonomia di pensiero e audacia. Ma storia d’amore a parte, è la sua capacità di comunicare che negli anni le conferisce sempre più fama e autorità. Poetessa, scrittrice, comunicatrice, addetta stampa, speech writer, addetta al marketing e combattente nata, Chirlane McCray promette che non sarà ‘la donna dietro il grande uomo’, ma il suo braccio destro. Di un uomo che fra l’altro si presenta come uno dei più progressisti e radicali della scena politica americana, come non se ne vedevano da anni: comincia un nuovo capitolo per New York.