Non è bene giudicare le abitudini alimentari di un paese, perché equivale a criticare la sua cultura. E poi non dobbiamo dimenticare che ciò che è disgustoso per noi può essere prelibato per qualcun altro, e viceversa: nella cucina il relativismo è fondamentale. A questo aggiungiamo che particolari latitudini o condizioni climatiche necessitano di adeguate abitudini alimentari, tipi di cottura, conservazioni. Eppure non possiamo negare che alcune usanze culinarie siano piuttosto strane per il nostro palato, e se le potessimo servire per Halloween faremmo davvero un bello scherzetto ai nostri ospiti. Ecco una lista di cibi per stomaci forti: non sono in ordine di disgusto, quello potete sceglierlo voi.
Uova centenarie – o dei 100 giorni. In Cina (ma anche in Giappone), potrete gustare le ‘prelibate’ uova che vengono lasciate fermentare per 100 giorni sotto la cenere, fino ad assumere un invitante colore verdognolo – il tuorlo – mentre l’albume diventa una gelatina color ambra.
Cetriolo di mare – Oloturia. Altro piatto tipico della Cina, si tratta di un grosso echinoderma, un invertebrato dalla forma di un vermone che vive sul fondo del mare. Ha una sola gonade: sì, in parole povere respira dall’ano. La consistenza è quella di gelatina animale avvolta attorno a della cartilagine.
Kiviaq. (Attenzione, per stomaci forti) Difficile trovare le parole per descrivere questa pietanza che preparano gli Inuit della Groenlandia: si tratta di un piatto a base di Auk, uccelli marini che somigliano a dei pinguini, i quali vengono lasciati fermentare dentro una ‘sacca’ che altro non è che una foca marina eviscerata e scuoiata, riempita e ricucita. Il tutto viene deposto sotto un mucchio di pietre per circa tre mesi (ma si arriva anche a un anno e mezzo) e consumato crudo.
Hàkarl. Rimaniamo in tema di fermentazioni disgustose con la preparazione dello squalo in Islanda: il pescecane viene decapitato, lasciato a marcire sottoterra e successivamente essiccato per 4/5 mesi. Si serve a cubetti e, chissà perché, viene anche chiamato ‘squalo marcio’.
Balut. Forse l’esempio più lampante di ‘cibo disgustoso’, eppure considerato una vera prelibatezza in Thailandia, in Cambogia, nelle Filippine, in Laos. Si tratta di un uovo di anatra fecondato. Sì, avete letto bene, fecondato, cioè con il pulcino dentro. Viene sbollentato poco prima della schiusa.
Ovviamente la lista potrebbe continuare all’infinito, con cavallette, scorpioni, tarantole, ratti e larve di ogni genere – quella di ape pare essere particolarmente prelibata. Tra i cibi più horror, almeno nella presentazione, merita una menzione speciale la Pacha, una zuppa in cui si bolle l’intera testa di una pecora, con tanto di occhi, lingua, cervello e denti – e attenzione perché agli ospiti sono riservati gli occhi! E infine, una chicca nostrana: il Casu Marzu, il formaggio coi vermi sardo, fatto con latte di pecora e
popolato di larve.