Qualunque riflessione postuma su Occupy Wall Street non è esule dal cercare di dare un’identità al colorato movimento che nel 2011 ha regalato, al mondo intero, una moltitudine di volti energici. Oggi il Moma di New York acquista e espone, presso il proprio Drawings study center, Occuprint Portfolio, raccolta di 31 manifesti, pubblicati nel 2012 dal Brooklyn Artist Alliance, e nati dall’esperienza di Zuccotti Park. Serigrafie colorate e slogan veementi raccontano l’indignazione, e fissano su carta, lo spirito di una New York attivissima dal punto di vista artistico, culturale e politico.
Futuro, lotta e capitalismo, sono le parole che appaiano più spesso, mentre l’iconografia attinge al simbolismo della lotta di classe e del mito americano, mescolando sapientemente gli stili della street art, del linguaggio pubblicitario e della graphic novel. Tra gli autori, alcuni dei visual designer più attivi nel porre l’arte al servizio dell’impegno. Favianna Rodriguez, presidentessa di Cultural Strike, associazione impegnata nel promuovere i diritti dei migranti attraverso performance artistiche, oppure Molly Crabapple, incoronata dal Rolling Stones “La più grande artista di Occupy”.
Le testimonianze di un particolare momento politico e di una realtà artistica vivace, che coniuga creatività e attivismo per una nuova funzione sociale dell’immagine, trovano così una casa prestigiosa all’interno di uno dei più grandi centri di arte contemporanea del mondo, e accettano il compromesso di scendere a patti con l’establishment tanto criticato pur di diffondere il proprio impellente messaggio.