Nessuno penserebbe che un minuscolo paesino immerso nella campagna, con poco più di una quarantina di costruzioni, per lo più fattorie, possa essere non solo all’avanguardia, ma rivoluzionario. E invece è possibile, e la prova esiste: si chiama Feldheim ed è un villaggio in Germania, primo paese al mondo a raggiungere l’autosufficienza energetica. Come altro chiamarla se non rivoluzione? Scienziati, ingegneri, giornalisti, politici e studiosi da tutto il mondo, dal Giappone (pare che dopo Fukushima delegazioni intere siano arrivate qui a studiare la situazione) al Sud Africa, negli ultimi anni si sono riversati a Feldheim per comprendere il ‘fenomeno’, e immaginare come sarebbe possibile replicarlo in scala maggiore.
Nell’ultimo decennio, la Germania si è sicuramente affermata come una delle nazioni più evolute dal punto di vista delle risorse rinnovabili, tanto che si tratta di uno dei paesi che più esporta energia, e Feldheim è il suo fiore all’occhiello. Situato a circa 90 chilometri da Berlino, questo villaggio abitato da circa 150 persone si sostiene grazie al vento, al sole e al biogas: anno dopo anno ha raggiunto l’autosufficienza, fino a staccarsi completamente dalla rete elettrica statale. Immaginare una città che non dipenda minimamente dai combustibili fossili non è più utopia, grazie a questo grandioso esempio. I chilometri di terreni agricoli che separano il paesino dalla città sono disseminati di turbine eoliche, 47 per la precisione. Ovviamente fanno rumore quando il vento soffia in direzione del paese, ma, affermano gli abitanti, il sottofondo costante non crea disturbo (sicuramente non più di quanto ne crei il traffico!): un minuscolo prezzo da pagare per una vita completamente ecosostenibile.
In alcuni punti del paese si trova uno schieramento di pannelli solari, così come sui tetti delle case. Ogni cittadino ha contribuito con 3000 euro di spesa, e si trova oggi a spendere il 30% in meno della media nazionale sull’energia – nel giro di soli 3 anni – senza contare che il paese stesso ora ha il controllo sui costi, che vengono decisi in incontri collettivi. Ogni famiglia fa una sorta di previsione dei propri consumi, e se risultano sotto-stimati viene sottoposta ad una multa: oltre alla sostenibilità, si valorizza l’onestà, dimostrazione che il circolo virtuoso sarebbe più ampio di quanto possiamo immaginare, in un ipotetico mondo green. Esistono sistemi precisi per foraggiare energia alle infrastrutture, per lo stoccaggio dell’energia in eccesso, e sono in perenne corso d’opera ammodernamenti e discussioni per migliorare sempre di più il sistema. Oltre all’eolico e al fotovoltaico destinati all’elettricità, gli abitanti di Feldheim hanno pensato bene di costruire un impianto per produrre biogas, che sfrutta il letame degli allevamenti e gli scarti della lavorazione del mais trasfromandoli in calore. Anche per il riscaldamento e l’acqua calda quindi, Feldheim gode di autonomia e controllo sui prezzi, spendendo in media il 10% in meno dei loro connazionali.
Da una singola turbina eolica installata negli anni ’90 alla completa autosufficienza: passo dopo passo, Feldheim è diventato l’esempio che un mondo senza combustibili fossili o energia nucleare è possibile. Certo andrebbe trovata una soluzione adatta ad ogni situazione, che non può essere la stessa ovunque, ma perlomeno rimane un esempio tangibile di come impegnandosi davvero le soluzioni per vivere in un mondo pulito si possano trovare.