Ballerine atlete volteggiano in una sala buia a ritmo di musica, arrotolandosi e allungandosi per l’altezza verticale di un palo ancorato saldamente al soffitto e a ritmo di musica. La Pole Dance sembra animata da esseri agilissimi e privi di qualsiasi peso specifico con addominali di ferro e gambe capaci di raggiungere posizioni impensabili.
La disciplina, che al contrario della Lap Dance è stata riconosciuta come vera e propria pratica sportiva, conquistandosi un campionato nazionale in Italia e in altri paesi, è un’attività motoria completa che mischia movimento e consapevolezza del corpo. Le sue origini sono incerte, probabilmente si fondano in America e risalgono al tempo della Grande Depressione e precisamente sarebbero radicate nelle abitudini e sperimentazioni dei circensi che spesso usavano i pali dei tendoni per compiere evoluzioni e danze.
Superata quindi la diffidenza iniziale e l’associazione immediata con la Lap Dance si scopre invece un mondo pieno di passione e professionalità, con numerosi centri di apprendimento anche in Italia. E’ il caso di Milano Pole Dance Studio diretto dalla campionessa nazionale Samantha Fabbrini, palestra di apprendimento qualificato che ha attirato l’attenzione del brand sportivo Nike tanto da decidere di dotare le aspiranti pole dancer di calzature coloratissime e un’applicazione specifica. Ma non pensatelo come un gioco, o almeno non solo. Per fortificare il corpo e permettergli di compiere determinate posizioni, ci vogliono duro allenamento ed impegno. Flessioni, piegamenti, addominali e lividi sono il passaggio obbligato per diventare brave ed esperte in una disciplina che coniuga attività fisica e divertimento.
