Nata attrice in una famiglia di attori, Franca Rame ha trasformato la sua carriera nel mondo del teatro in un palcoscenico per alzare la sua voce di donna coraggiosa.
Definirla femminista è riduttivo, poiché sebbene abbia militato negli anni '70, la sua battaglia è stata molto più sottile ed è perdurata negli anni fino a poco prima della morte.
Moglie di Dario Fo dal giugno del 1954, con lui ha trascorso tutta la vita, sempre l'uno al fianco dell'altra, e le foto dimostrano come tra i due ci fosse un'alchimia che va ben oltre l'amore e che sa di stima reciproca.
Proprio con Dario fondò La Comune a Milano, sganciandosi dai circuiti "di massa" de sessantottini. Fu questa un'esperienza unica nella storia del teatro italiano, di cui in molti ancora sono grati alla coppia.
Con "Morte accidentale di un anarchico" Dario e Franca fecero scalpore e scatenarono aspre polemiche, e la scena si ripetè con "Non si paga Non si paga" pochi anni dopo.
Nel 2006 Franca fu eletta al Senato nelle liste di Italia dei valori, ma nel 2008 lasciò dichiarando che "Le istituzioni mi sono sembrate impermeabili e refrattarie a ogni sguardo, proposta e sollecitazione esterna, cioè non proveniente da chi è espressione organica di un partito o di un gruppo di interesse organizzato"
Ma la sua partecipazione alla vita politica italiana si è svolta al di fuori delle istituzioni, fra la gente e nelle fabbriche dove lei e il marito portavano i loro spettacoli di controinformazione e satira.
Proprio per la sua militanza politica e nel movimento femminista negli anni Settanta venne rapita da un gruppo di estrema destra nel marzo del 1973.
Durante il rapimento Franca fu violentata più volte dal gruppo, e dal ricordo di quell'esperienza nacque l'opera da lei scritta nel 1981 e intitolata "Lo stupro".
Il processo per i suoi rapitori è uno di quei casi in cui qualcosa nella giustizia italiana non funziona, e il gruppo fu dichiarato colpevole solo 25 anni dopo la sua liberazione, quando il caso era già caduto in prescrizione.
Il rapimento fu forse una rimostranza degli estremisti nei confronti della lettera che Franca scrisse a L'Espresso nel 1974 sul caso dell'anarchico Pinelli, morto cadendo dagli uffici della Questura in condizioni misteriose.
La militanza politica di Franca Rame negli anni più recenti la ha affiancata all'ideologia di Mani Pulite, da cui nacque una stima profonda per Antonio Di Pietro.
Nel 2006, poco dopo essere stata eletta al Senato, sarà proprio Di Pietro a candidarla per la Presidenza della Repubblica, ma senza buon esito.
Tra i riconoscimenti alla sua carriera e all'impegno politico, va annoverata la laurea honoris causa che l'Università di Wolverhampton le conferì nel 1999.
Da aprile 2012 Franca era ricoverata presso il Policlinico di Milano a causa di un ictus.
E' morta all'età di 83 anni il 29 maggio 2013.
Un esempio per le donne. Questo era Franca Rame, e questo deve rimanere ora che si è spenta al Policlino di Milano dove era ricoverata dal 19 aprile.