“Ma quale discriminazione, è solo strategia di marketing”.
Questa la filosofia di Mark Jeffries, amministratore delegato di Abercrombie & Fitch che ha vietato l’ingresso nei suoi negozi alle persone grasse.
Il motivo? Solo chi è magro può indossare gli abiti del marchio americano più famoso tra i giovani.
La nota casa di abbigliamento si è infatti distinta a causa delle sue affermazioni riguardanti la ricerca di una clientela cool che non vada oltre la taglia 44.
"Assumiamo solo gente bella nei nostri negozi perché i belli attraggono i belli e vogliamo vendere a gente cool, e bella. E a nessun altro". Cosi ha dichiarato il CEO di Abercrombie, che in questo modo si è guadagnato un inevitabile pioggia di critiche.
La star hollywoodiana Kirstie Alley ha punito duramente la politica discriminatoria del marchio, invitando le persone a non acquistare nei loro punti vendita, mentre Ellen De Generes, conduttrice di uno degli show televisivi più seguiti in America, accusa Abercrombie di passare un messaggio assolutamente sbagliato ai giovani.
Ma c’è chi ha osato di più.
La blogger americana Jes M. Baker è infatti protagonista di una serie di scatti provocatori che la ritraggono vestita Abercrombie & Fitch al fianco di un bellissimo modello a petto nudo, che la stringe tra le braccia. Lo slogan , che sostituisce il logo del marchio, recita le parole “Attractive & Fat” : Grassa e Attraente.
Le immagini hanno fatto il giro del mondo riscuotendo il consenso di molte donne che, come lei, sono stufe di sottostare a stereotipi di bellezza perennemente vincolati dalla taglia S.
La blogger, che si definisce “tatuata, fotografa grassa, fornaia e gattara”, ha così commentato la filosofia "politicamente scorretta" di A&F: "Ho sfidato chi dice che attraente non fa rima con grassa e posso assicurare che sono due termini più compatibili di quanto si possa immaginare".
La strategia del marchio è stata interpretata più volte come ingiusta e discriminatoria. Non solo, ma alle dichiarazioni di Mike Jeffries sul fatto che preferirebbe bruciare i fondi di magazzino e la merce difettata piuttosto che donarla ai più bisognosi, si è scatenata anche una vera e propria campagna “anti – Abercrombie”, che si è impegnata a far indossare le famose t-shirt ai senza tetto per diffondere la moda tra i meno “cool”.