Three True Stories / Tre storie vere è la mostra allestita presso le sale espositive dell’ex ospedale Sant’Agostino di Modena, in cui forti temi di impegno civile vengono narrati attraverso tre sguardi femminili. Zanele Muholi, Ahlam Shibli, Mitra Tabrizian sono le tre artiste attorno a cui si sviluppa la mostra promossa da Fondazione Fotografia Modena e da Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e a cura di Filippo Maggia, Claudia Fini e Francesca Lazzarini. Attraverso la fotografia e i video le artiste narrano storie che nascono dai loro contesti d’origine e il modo in cui certe tematiche vengono vissute in tali luoghi. Ma si tratta di tematiche care al mondo intero, come l’identità di genere, il diritto all’esistenza, l’esperienza dello sradicamento. Il percorso espositivo si articola secondo le tre narrazioni parallele: storie vere, verissime, spesso dolorose, sulle quali chiudere gli occhi sarebbe un sacrilegio.
Ha da poco ricevuto un’onorificenza per il suo impegno civile da parte dell’Index of Censorship, ente che si occupa di diritti umani e libertà di espressione, Zanele Muholi. Attivista visuale, fotografa e reporter è strenuamente impegnata sul fronte dei diritti LGBTI in Africa e in particolare in Sudafrica, il suo paese d’origine. Ha ampiamente documentato i crimini contro la comunità gay, e ha portato alla luce il tremendo fenomeno degli ‘stupri correttivi’ contro le lesbiche. Spesso sotto minaccia per i suo lavoro, nel 2012 ignoti si sono introdotti nel suo appartamento e hanno rubato la documentazione di una vita, episodio intimidatorio che tuttavia non ha fermato la sua opera. I crimini e le violenze contro le donne lesbiche sono al centro delle opere che saranno esposte a Modena, per la quale Muholi ha selezionato fotografie dalle recenti serie Faces and Phases (2010), Crime Scene (2012) e il video del 2010 Difficult Love (47’).
Altra artista, altra location, altra tematica: Ahlam Shibli è nata in Palestina, vive e lavora ad Haifa. Attraverso le sue fotografie Shibli indaga le implicazioni umane, sociali e simboliche del conflitto arabo-israeliano. Una delle sue serie più intense è Death (un lavoro durato dal 2001 al 2012) in cui la fotografa ritrae luoghi pubblici e abitazioni private, accomunate dalla costante presenza di ritratti, scritti o poster che ricordano qualcuno morto nella lotta contro l’occupazione. Attraverso l’esposizione quasi ossessiva delle immagini dei caduti, la fotografa racconta come si cerchi da un lato di sconfiggere la morte, dall’altro di plasmare ideologicamente la sfera pubblica. Con questo espediente l’artista racconta le condizioni di vita, sia materiali che intangibili, del popolo palestinese e del suo strettissimo rapporto con la morte.
Infine, l’Iran. Mitra Tabrizan vive e lavora a Londra, ma è nata a Teheran. La serie in mostra a Modena è Another Country (2010), ed ha come tema centrale l’identità culturale e la vita a cavallo di due culture. Le scene ritratte sono infatti perfettamente riconducibili al mondo islamico, ma rivelano attraverso i dettagli che si tratta di location inglesi. Ciò funge da metafora per raccontare lo sradicamento, l’esilio, a percezione di chi vive tra due culture ed è sempre in bilico tra l’abbracciare completamente quella occidentale o rinchiudersi nelle proprie tradizioni. Le comunità che la fotografa ritrae vivono nell’illusione di potere mantenere intatta la loro identità. La serie, così come il film del 2004 The Predator (26’), propone inoltre una riflessione sul concetto di Islam e sugli stereotipi occidentali a esso collegati.
La mostra è accompagnata da catalogo, corredato di tutte le immagini delle opere in mostra e di alcuni testi critici di approfondimento sul lavoro delle artiste.
THREE TRUE STORIES / TRE STORIE VERE
Fino al 23 giugno 2013
ex Ospedale Sant’Agostino Modena
Largo Porta Sant’Agostino 228
Nella foto: Zanele Muholi Xana Nyilenda, Newtown, Johannesburg, 2011 dalla serie “Faces and Phases”, stampa ai sali d’argento courtesy l’artista e Stevenson Gallery, Cape Town