Arrivano a Roma le fotografie più attese dell’anno: il Museo di Roma in Trastevere ospita ancora una volta le immagini vincitrici del World Press Photo, il riconoscimento più ambito nell’ambito del fotogiornalismo. Una giuria indipendente da 56 anni a questa parte conferisce il premio a fotografi, professionisti o esordienti, dipartiti per diverse tematiche. Le immagini premiate per l’anno 2013 compongono la mostra e sono pubblicate nel catalogo che l’accompagna.
Si tratta di immagini che raccontano un anno, documentando e illustrando gli avvenimenti del nostro tempo. Per questa edizione i fotografi che hanno inviato le immagini alla World Press Photo Foundation di Amsterdam sono stati 5.666, provenienti da ben 124 nazioni, per un totale di 103.481 scatti sottoposti alla giuria. Non un compito facile quello di sceglierne una su tante, o almeno una per categoria: anche quest’anno infatti il premio si è suddiviso tra le sezioni Vita Quotidiana, Protagonisti dell’Attualità, Spot News, Notizie Generali, Natura, Storie d’attualità, Arte e Spettacolo e Sport.
I premi sono andati a 54 fotografi di 32 Paesi diversi, ma la foto dell’anno è quella dello svedese Paul Hansen. Si tratta di un’immagine che mostra un gruppo di uomini in un vicolo di Gaza durante un corteo funebre, mentre trasportano alla moschea i corpi di due bambini morti per il crollo della loro casa, provocato da un missile israeliano il 20 novembre 2012. Il corpo del padre, ucciso nello stesso evento, li segue su una barella, mentre la madre si trovava, all’epoca, in rianimazione; gli uomini che portano i corpicini sono gli zii. Delle vittime si vedono soltanto i visi, mentre i corpi sono avvolti in un lenzuolo bianco. La forza della foto, spiega Mayu Mohanna, membro della giuria originario del Perù, “sta nel modo in cui mostra il contrasto fra rabbia e dolore degli adulti da una parte e l’innocenza dei bambini dall’altra“. Allo stesso tempo, a onor del vero, questa immagine è stata piuttosto criticata. C’è infatti chi ha ritenuto il fotoritocco eccessivamente pesante per narrare un evento del genere, più adatto ad una rivista patinata che ad un momento di dolore. La scelta della postproduzione è opinabile secondo molti critici e fotografi, perché crea una luce inverosimile per un vicolo tanto stretto come quello dell’ambientazione, rendendo l’atmosfera artefatta e ‘cinematografica’. Ovviamente un fatto si può raccontare in molti modi e da diversi punti di vista, ed ecco che questa immagine ha acceso un importante dibattito sulla fotografia e i suoi limiti, nonché sul metro di giudizio del World Press Photo stesso.
La mostra che si terrà al Museo di Roma in Trastevere è un’occasione per vedere questa ed altre immagini sensazionali, che se da un lato possono far discutere (c’è anche chi critica il gusto per il macabro che premia quasi ogni anno immancabilmente foto cruente) dall’altro sono una documentazione storica del nostro tempo dall’altissimo valore. Nessun mezzo di comunicazione è immediato come la fotografia, nessuno parla una lingua universale come fa un’immagine.
World Press Photo
Museo di Roma in Trastevere
Dal 4 al 26 maggio 2013
Martedì-domenica ore 10.00-20.00
http://www.museodiromaintrastevere.it/