IL LOOK. Una donna che in un oceano di uomini, come quello della politica internazionale e britannica, ha governato con pugno determinato e senza cedere a uno stile minimale e maschile, ma conservando il proprio, curato nei dettagli e femminile. Margaret Thatcher amava le gonne, i foulard, gli orecchini di perle, le hand bag, le spille clip e i ricami sulla giacca. Ma soprattutto aveva compreso, con diabolico trionfo, che se esistono caratteristiche e modi di essere intrinsecamente esclusivi degli uomini, e che essi li usano come strumento di forza nei confronti delle donne, poteva valere anche l’inversione della formula. Essere donne, sottolinearlo con alcuni particolari e accessori femminili e con capi che solo le rappresentanti femminili possono indossare, significava esprimere un potere non indifferente. Simboli di questa filosofia sono stai per anni alcuni vezzi del look diventati inconfondibili. Il fiocco al collo, la prevalenza di tailleur rispetto ai pantaloni, abiti di seta elegantissimi e il casco biondo oro sempre impeccabile. Alcuni accessori hanno fatto scuola. I cappellini dai colori accesi e dotati spesso di una vezzosa retina e i modelli ricercati di borse, che il primo ministro portava sempre con sé senza lo scopo di trasformarli in comuni portadocumenti.
LO STILE. Primo e unico ministro donna ha segnato, con la sua immagine e il suo carattere, una profonda trasformazione della società inglese. Uno stile energico ma elegante ha caratterizzato gli anni da protagonista della vita politica. “Handbagging”, fronteggiare verbalmente e psicologicamente qualcuno durante un confronto, è il termine entrato a far parte dell’Oxford English Dictionary dopo l’abitudine della Thachter di sferrare il colpo finale all’avversario estraendo dalla borsa un celebre discorso di chiusura della diatriba. Quarant’anni di politica e trasformazioni culturali salutano la Lady di ferro.