Chiamarle ‘opere giovanili’ suona strano per chi conosce Cindy Sherman, artista che tutt’ora è giovane e più che mai attiva. Eppure quando si scattano fotografie sin dai vent’anni, si arriva a sessanta con un portfolio degno dei più grandi nomi: ecco che dopo le grandi mostre dedicate a Robert Mapplethorpe, Man Ray, Boris Mikhailov e Urs Lüthi, Merano Arte presenterà una mostra dedicata alle opere giovanili di Cindy Sherman.
Fino al 26 maggio le fotografie dell’artista statunitense prodotte dal 1975 al 1977 si riuniranno sotto il titolo di Cindy Sherman: That’s me – That’s not me. A cura di Gabriele Schor e in collaborazione con la Collezione Verbund di Vienna, la mostra espone oltre 50 lavori, a cavallo tra fotografia, videoarte e performance, che giungono per la prima volta in Italia. Cindy Sherman è senza dubbio una delle maggiori artiste contemporanee: in tantissimi conoscono i suoi celebri autoritratti, in cui l’artista di veste, si trucca, si camuffa e si cala in mille personaggi diversi, interpretando le tantissime sfaccettature delle persone e della vita, ma soprattutto i molteplici aspetti dell’essere umano. Nonostante non si dichiari femminista, le sue opere sono spesso viste con favore dalla critica radicale per le rappresentazioni di donne e le riflessioni sui loro ruoli nella società e sul loro essere interiore.
Nata nel New Jersey, vive e lavora a New York già dal 1977, e già nel 1987 il Whitney Museum of American Art le ha dedicato la sua prima retrospettiva. Le mostre celebri al suo attivo sono tante, tra le tante quella al Jeu de Paume di Parigi, al Kunsthaus di Bregenz, al Louisiana Museum of Modern Art e al Martin-Gropius-Bau di Berlino; le sue opere figurano nei musei più importanti del mondo, come la Tate Gallery di Londra, la Corcoran Gallery di Washington D.C., il Museum of Modern Art e il Metropolitan Museum di New York. Insomma, un’artista affermata, la cui opera giovanile si può dividere in tre fasi.
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Nella prima, Cindy Sherman si dedica al ritratto, ricorrendo abbondantemente al trucco e alla mimica e realizzando alcune opere in cui il suo volto è quasi irriconoscibile. Nelle foto Untitled (Growing Up) rappresenta i cambiamenti della fisionomia di una bambina che diventa adulta. Nella fase successiva l’artista utilizza tutto il corpo, fotografando sé stessa in posa e ruoli che incarnano diverse identità, e poi ritaglia le figure dalle immagini con la tecnica del cut-out: questi frammenti di immagine vengono allineati e danno vita a brevi film, tra cui Doll Clothes del 1975. La terza fase della Sherman in mostra rappresenta i diversi personaggi dei cut-out che interagiscono tra loro, come nella serie A Play of Slaves, Bus Riders e Murder Mystery (1976). I personaggi di questi brevi film sono tanti, spesso oltre i 200, e danno vita ad opere teatrali complesse che spesso rappresentano il mondo interiore femminile, assolutemente polivalente.
CINDY SHERMAN. That’s me – That’s not me. Le opere giovanili 1975-1977
Merano Arte – Edificio Cassa di Risparmio
Via Portici 163, 39012 Merano
Fino al 26 maggio 2013 da martedì a domenica, ore 10.00 – 18.00
A cura di Gabriele Schor
www.kunstmeranoarte.org