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Fotografami!

Un documentario di Garage Magazine analizza il fenomeno fashion blogger, che secondo alcuni giornalisti è diventato ‘da baraccone’. Ecco le opinioni di alcune voci importanti del settore moda

Ritratti Milano Moda Donna 2012
Foto di Ilaria Magliocchetti Lombi, © Nexta 2013

Sono già alcuni anni che nel mondo della moda si disquisisce su un fenomeno che pare non avere confini, né geografici o tantomeno di genere: parliamo delle fashion blogger e dei fashion blogger, ormai considerati i veri guru del settore. Mentre qualche fashion editor di professione storce il naso davanti a tanto clamore, altri li accolgono sotto le loro ali benevole. Ma lasciando un attimo da parte le polemiche sulla professionalità, da qualche anno si verifica un ‘fenomeno sul fenomeno’: non solo i/le fashion bloggers calano in massa alle settimane della moda internazionali, ma trascorrono buona parte della loro giornata a farsi fotografare. Quello che viene oggi definito street style, sta assumendo proporzioni bibliche: all’ingresso delle sfilate la calca di fotografi che inseguono blogger, blogger che ‘sfilano’, blogger che fotografano blogger, ‘street photographer’ improvvisati, fashion hunters, etcetera prende connotati quasi di isteria collettiva.
A questo fenomeno Garage Magazine ha dedicato un breve documentario, dall’emblematico titolo ‘Take my Picture. Take my Picture. Take my picture’ in cui il veterano del giornalismo di moda Tim Blanks e altre voci importanti del settore dicono la loro sul fanatismo da street style. Banks introduce l’argomento definendolo appunto ‘isterico’, un formicaio di flash e tacchi alti, in cui, scherza il giornalista, teme che qualcuno finisca sotto una macchina tanto è impegnato a farsi fotografare. La domanda da cui egli parte è ‘a queste persone è utile tutto ciò? È materiale che serve al loro mestiere, ai loro blog, o è semplicemente un ardente desiderio di stare davanti ai flash?’
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Per analizzare il fenomeno la chiacchierata con Tim Blanks va a scavare fino alle radici dell’isteria collettiva per il mondo della moda. Egli racconta che nei primissimi fashion show che ha seguito c’erano due o tre troupe nei backstage. Poi avvenne il fenomeno delle ‘supermodels’ (Naomi Campbell, Claudia Schiffer, Cindy Crawford, Linda Evangelista), ed ecco che televisioni, giornalisti e fotografi triplicarono. Secondo Blanks la mitizzazione di tutto ciò che è glamour corrisponde a periodi storici di recessione economica, come se il pubblico compensasse la ‘bruttezza’ dell’epoca identificando icone, dee, regine della bellezza assoluta. Questo è accaduto negli anni Cinquanta, negli anni Novanta, e, guarda caso, sta accadendo oggi, solo che al posto di dive del cinema e topmodel abbiamo nuove star glamour che nascono dai blog, il più democratico dei mezzi di comunicazione. Street style e street photography, un mondo in cui chiunque può essere coinvolto come parte attiva: puoi essere tu l’icona glamour, e tu il reporter che la fotografa, la pubblica, l’analizza. Fino ad arrivare al ridicolo: le fashion blogger che negano in modo categorico di essere lì per farsi fotografare, sgomitano per venire ritratte da altri blogger famosi. Ammette Blanks di sentirsi imbarazzato per loro, per le loro movenze così plastiche e artefatte, per il loro desiderio tanto ardente di sentirsi fashion icon per un giorno. Egli è piuttosto critico, tanto da concludere dicendo che il fenomeno è certamente democratico, ma lo è quanto i reality show: perfetti sconosciuti diventano famosi, creando secondo Blanks ‘mostri’ non ‘dee’.‘
Take my Picture’ continua con gli interventi di altri giornalisti e giornaliste di moda che dicono la loro sul fenomeno. E’ molto interessante e ricco di immagini curiose che di solito non vedete sui magazine; per guardarlo integralmente, cliccate qui.