Abiti “Made in Dignity”. Questa la filosofia di “Cose dell’altro mondo” associazione culturale milanese che dal 1995 promuove e sostiene il commercio equo e solidale con la vendita di prodotti del Sud del mondo.
Dopo 10 anni di attività la filosofia del gruppo si è estesa anche al settore dell’abbigliamento, creando un nuovo marchio “L’Orlo del Mondo” che dal 2008 si concentra esclusivamente sulla realizzazione di abiti da sposa. L’obiettivo è quello di realizzare uno scambio tra culture lontane dando, al tempo stesso, ai produttori indipendenti, un’occasione di sviluppo professionale e una garanzia di continuità.
Nel cuore di Milano, nello storico quartiere dei Navigli, si nasconde questa preziosa boutique, che vende vestiti tessuti in India e progettati in Italia, filiera interamente equo-solidale, l’unica nel Belpaese dedicata agli abiti per il fatidico “sì”.
La prima donna che ha indossato un vestito nuziale realizzato in India è stata Anna Baroni, dipendente part-time della cooperativa. “Avevo girato tanto per riuscire a trovare il mio abito da sposa, ma senza risultati”. Da qui insieme alla responsabile della struttura, Fabiana Folloni, è arrivata l’idea di cambiare obiettivo, disegnando loro stesse abiti da matrimonio. Il progetto su carta viene poi spedito in India, dove si occupano di realizzare il prototipo, che viene rimandato in Italia per un controllo.
“All’inizio è stato un disastro, gli operai prima di lavorare per noi producevano fodere per cuscini e tovaglie. – ha raccontato Anna – Si può immaginare quale risultato è venuto fuori. Abbiamo mandato indietro tutto e due ragazze sono partite per l’India”.
In questo viaggio Fabiana ha creato una rete di collaborazione che dura ancora oggi. Malgrado la crisi e il calo di matrimoni, il progetto, senza fini di lucro, ha trovato un’accoglienza unica e incoraggiante tra le spose di tutta Italia: oggi circa 100 spose all’anno scelgono il vestito realizzato da l’”Orlo del mondo”. La maggior parte arriva da Palermo, Roma, Napoli, tutte in cerca di un abito elegante e al tempo stesso attento al rispetto dell’ambiente e alla dignità dell’uomo.
Gli abiti, studiati da “Cose dell’altro mondo”, con la consulenza di stile e sviluppo di Andrea Orazi, sono interamente realizzati dagli artigiani indiani del Craft Resource Center di Calcutta, nel pieno rispetto dei criteri del Fairtrade: senza nessuno sfruttamento di manodopera, promuovendo occasioni di formazione e sviluppo e riconoscendo un giusto compenso a chi partecipa al progetto nel Sud del mondo.
Ogni capo è realizzato in due tessuti: uno in seta shantung e l’altra in seta semi-industriale; inoltre, per facilitare i tempi di consegna e realizzazione, le taglie dei modelli si limitano alla S,M e L. C’è un attenzione particolare anche sul prezzo: gli abiti partono infatti da 800 euro fino ad arrivare ad un massimo di 1200 euro per quello più costoso. Per una sposa equa e solidale.
L’abito da sposa made in dignity
Nel cuore di Milano si nasconde una fileria interamente equo-solidale: l’unica in Italia dedicata agli abiti da sposa