Il LOOK. Matteo Renzi, “il bischero” del Partito Democratico, assorbe nella persona e nelle proposte, l’esigenza di rinnovamento invocata a gran voce da più angoli della società. Il volto abbronzato e il look casual, completano l’immagine fresca di un leader non ancora legittimato ma che lavora giornalmente per diventarlo. Matteo Renzi sa si essere un giovane leader e sceglie frequentemente piccole deviazioni scanzonate al rigore di giacca e cravatta. Ama le camicie bianche, ma le porta spesso aperte sul petto o arrotolate fino ai gomiti. La cravatta è assente, mentre la giacca è spesso di colore scuro, nera o grigia con fantasie verticali. Quando il sindaco fiorentino è in città, capita spesso di vederlo sfrecciare sulla sua bicicletta in mezzo alla folla. Il completo è blu intenso, le scarpe, di camoscio marrone. Il primo cittadino assomiglia ai suoi elettori.
LO STILE. Impegno, vicinanza con le persone e cambiamento. Lo stile di Matteo Renzi comunica la diversa aria del centrosinistra. Spesso il politico infrange le regole formali del dress code, presentandosi con qualche deficit nel look. Una volta è la giacca a saltare nei dibattiti, la volta dopo è l’allacciamento delle maniche della camicia, la volta dopo ancora, è il pantalone, che da elegante, diventa jeans. Saltano anche le scarpe nere lucide, bisogna muoversi, meglio scegliere un paio di Clarks o di Hogan. Tutto parla di rinnovamento e un sano snobismo nei confronti delle regole. I brand scelti sono quelli fiorentini doc: Ermanno Scervino, ma anche Stefano Ricci e Salvatore Ferragamo. Completano l’immagine, il taglio di capelli cortissimo e moderno, e un’abbronzatura che sa di artificio oppure di sanissima attività all’aria aperta. Ai posteri l’ardua sentenza.