Eravamo, ormai, abituati ad un Marco Mengoni sempre pronto ad impressionare il pubblico con il suo personalissimo modo di cantare e con i suoi eclettici look da rockstar decadente della new wave. Ma in occasione della sua partecipazione alla 63esima edizione del Festival di Sanremo, il giovane cantante più che sfoggiare ridondanti tecnicismi vocali sembra prestare attenzione alle linee melodiche delle canzoni. Un evidente cambio di rotta musicale, quindi, sottolineato dalla felice scelta di rivolgersi alla storica casa di moda di Salvatore Ferragamo per una sorta di “ritorno all’ordine” dell’immagine.
Abbandonato definitivamente lo stilista Neil Barrett, forse a causa della rilettura troppo “urbana” dei classici dell’abbigliamento o più probabilmente in seguito al cambio di staff e di musicisti, naturale conseguenza del tiepido riscontro del progetto “Solo 2.0”, il giovane Mengoni ha scelto un outfit giovane ma nello stesso tempo consapevole. Rimasto fedele solo in parte alla filosofia del “dress to impress”, l’artista è salito per primo sul palco dell’Ariston con un completo in doppiopetto blu cobalto con pochette, pantaloni affilati e allacciato in pelle.
Mengoni sembra ora vivere la sua musica in equilibrio perfetto come le sue curve vocali nel corso dell’esibizione, senza strafare ed eliminando quasi del tutto il falsetto. In equilibrio come la scelta di indossare una giacca tipica del businessman, in versione slim-fit, meno formale e declinata nelle tonalità della stagione. La più rigorosa delle giacche diventa sinonimo di dandy come il Duca di Kent che sdoganò il doppiopetto dal suo esclusivo uso nelle navi della marina.
Chissà se il blu, colore della notte, si desaturerà, magari nel corso della serata “revival” di venerdì quando l’artista di Ronciglione interpreterà “Ciao amore Ciao”, brano portato al successo nel 1967 da Luigi Tenco e Dalida. In quel frangente il bianco e il nero saranno forse di rigore.
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