Dal 15 Febbraio al 19 Marzo sarà possibile visitare alla Belmacz Gallery di Londra la rassegna “Miss G. The secret world of Greta Garbo“.
La mostra ha come obiettivo quello di rivelare al pubblico un volto diverso e poco conosciuto dell’attrice svedese, famosa per il suo fascino misterioso e solitario e per la sua indiscussa bravura, tanto da conquistarsi il soprannome de “La Divina“.
Terza di tre fratelli, Greta Lovisa Gustafsson, ha esordito nel mondo dello spettacolo nel 1923, grazie al regista finnico Mauritz Stiller, che sarà per lungo tempo mentore e pigmalione dell’attrice.
Su consiglio dello stesso Stiller decise di cambiare il proprio nome in Greta Garbo. Non solo ma anche il suo stile subì dei progressivi mutamenti. Nel tempo libero, la Garbo amava vestire comodamente, in maniera molto informale, con uno stile androgino, fatto di giacche di taglio maschile, pantaloni, camicia e cravatta, riuscendo ad imporsi con un’immagine innovativa e, allo stesso tempo, sensuale.
All’interno della mostra sarà possibile trovare numerosi oggetti personali della Garbo: dai fazzoletti cifrati ai guanti, dai cappelli di rafia al grembiule a righe, fino ad arrivare ad alcuni abiti realizzati su misura per lei dalla sarta Valentina Schlee (gonne taglienti di lana nera e crêpe de chine del 1951 e 1956) che rivelano la vera natura della leggendaria attrice svedese, completamente diversa dal misterioso e solitario personaggio evocato dallo star system di Hollywood.
I curatori della mostra, la designer Julia Muggenburg e lo storico della moda Bronwyn Cosgrave, hanno selezionato alcuni dei capi d’abbigliamento che la Garbo amava indossare soprattutto nel tempo libero, in casa, o quando riceveva gli amici. Lontana dalle scene, infatti, l’attrice aveva uno stile molto diverso dai ricchi costumi indossati nei celebri film come “Mata Hari“, “Il velo dipinto” e “Anna Karenina“.
“Di lei non si parla, tanto quanto si fa, invece, di Audrey Hepburn o di Grace Kelly” – hanno dichiarato i due curatori – “Eppure Greta Garbo è stata una delle poche dive del cinema muto a vivere e sperimentare il passaggio al sonoro”.
Accanto alle creazioni di Valentina Schlee, alle opere d’arte e agli oggetti provenienti dalla casa newyorkese spicca una tuta e una fascia per capelli che l’attrice indossava quando faceva yoga. La Garbo praticava questa disciplina tutti i giorni, tanto da essere divenuta una assidua discepola dell’insegnante e guru Joseph Pilates. “Greta era una pioniera del suo tempo – afferma Julia Müggenburg – la prima donna moderna”.
Per sottolineare, infine, il legame tra il suo stile di allora e oggi, in mostra sono presenti due creazioni moderne: le scarpe stringate in suede bicolore di Manolo Blahnik e un “jersey ski cap” di Stephen Jones, che si ispira al cappello iconico della Garbo indossato per il personaggio di Ninotchka nell’omonima commedia di Ernst Lubitsch del 1939.