di Pierpaolo Festa
Arnold Schwarzenegger (e il suo immancabile sigaro) ci ricevono in privato in occasione della presentazione italiana di The Last Stand – L’ultima sfida (Filmauro, dal 31 gennaio nelle sale). Il film segna il suo ritorno al cinema da protagonista assoluto, una decade dopo Terminator 3. Abbandonati podi, leggii e teleprompter, Schwarzy è tornato ad armarsi fino ai denti sul grande schermo per rispedire all’inferno chi vuole male alla sua patria. Eppure questo The Last Stand mostra come il suo carisma non si sia dileguato, così come la sua autoironia: il personaggio che interpreta, infatti, è uno sceriffo di una cittadina al confine con il Messico. Un uomo stanco e acciaccato, nonché eterno loser. “Mi interessava interpretare il ruolo del perdente – ci racconta Arnie – Questo sceriffo sta per ritirarsi e ha perso fiducia in sé stesso. Sa bene che poteva essere un eroe, invece è rimasto ferito dentro per le brutte cose che ha visto sul lavoro. è…] dovrà scavare dentro di sé per trovare il coraggio. Era una storia affascinante che non avevo mai fatto prima”.
Con Schwarzenegger si parla tanto di cinema quanto di politica e naturalmente del connubio di entrambi. Questo succede nel momento in cui dichiara: “La politica mi ha reso un attore migliore. […] Mi ha aiutato ad arrivare ad emozioni più profonde”.