Se in passato era soprattutto il genere femminile ad apprezzare la
bellezza e il fascino di un vestito, oggi, grazie anche al contributo
di cinema e televisione, la verosimiglianza e la cura dei dettagli di
ambientazioni e costumi di scena, sono universalmente riconosciuti,
anche dagli esemplari maschili meno attenti e vigili. La serie made
in England Downton Abbey (di cui è uscito il 12 dicembre il Dvd della prima stagione)
è un perfetto esempio di quanto citato prima; la pluripremiata serie, giunta da noi alla seconda stagione, mostra quanto sia
importante il lavoro di chi sta dietro le quinte e quanto l’impegno e la passione di tale persone siano fondamentali affinché il risultato finale di un prodotto così importante sia convincente e
piacevole. Del resto, Downton Abbey nel 2011 si è portato a casa, oltre ai tanti premi, anche un Emmy Award per i Migliori Costumi in
una Miniserie, Film o Speciale (assegnato a Susannah Buxton e Caroline McCal).
Abbiamo intervistato per voi la storica sartoria teatrale di Roma “Costumearte” che dal 1957 collabora con cinema,
televisione e teatro per creare abiti unici che hanno contribuito al successo di molti film quali ad esempio, “Amadeus” (premiato con
l’Oscar per i costumi nel 1975), “La Dolce Vita“, “Ben Hur“, “Il Gladiatore“, proprio sul fascino che una serie tv come Downton Abbey e
i suoi costumi possono esercitare su una società dei consumi come la nostra.
Downton Abbey è una serie televisiva britannica in costume ambientata
durante la fine dell’età edoardiana che sta avendo molto successo; il pubblico ha subito il fascino del passato e uno dei punti forti
della serie è proprio la cura dei dettagli, soprattutto per quanto riguarda i costumi. Perché secondo lei i costumi d’epoca
riscuotono così successo?
“Il costume d’epoca ci riporta indietro nel tempo, e rievoca anche
tutto un mondo, fatto di colori, situazioni, l’atmosfera di tempi
passati, che hanno per noi sempre un grande fascino. Siamo sempre
molto attratti da mondi ed epoche lontane perché siamo consapevoli
che non torneranno mai più; il costume d’epoca ha un appeal molto
forte su di noi proprio perché contribuisce perfettamente nella
ricostruzione, quanto più possibile fedele, di accadimenti e momenti
del passato che abbiamo l’opportunità di rivivere solo nella
nostra immaginazione ma di vederli almeno su un piccolo o un grande
schermo”.
Quali sono gli elementi distintivi da un punto di vista stilistico, degli
abiti dell’epoca edoardiana?
“Gli abiti femminili erano di linea sinuosa, di sera molto scollati con
ricami ed applicazioni, di giorno molto casti, soprattutto tailleurs
con giacca e gonna a pannocchia, o camicine ricamate con gonna a
campana. Gli abiti da giorno erano sempre completati da grandi
cappelli a falda larga, decorati con piume e fiori in seta. Per gli uomini gli abiti erano sempre molto discreti. Caratteristici
erano i pantaloni molto larghi, che furono poi sostituiti dai
pantaloni alla zuava. Di gran moda cappotti lunghi e cappello
borsalino, cilindro o bombetta”.
In cosa consiste esattamente il vostro lavoro? Dal momento in cui avete un progetto da
seguire, come si sviluppa?
“Il costumista viene in sartoria, corredato di copione e, possibilmente,
di bozzetti. Solitamente gli viene dedicata una sala dove vengono
assemblati i costumi di repertorio scelti nei nostri magazzini con i
nostri magazzinieri. Piano piano nascono i personaggi principali, e
la massa degli attori da vestire. Le prove in costume vengono
solitamente effettuate in sartoria, almeno per i personaggi più
importanti, ed alcune volte ospitiamo anche il truccatore, in modo da
avere un effetto completo del personaggio”.
Che tipo di ricerca storica c’è dietro alla creazione di un abito
d’epoca? A quali supporti vi affidate?
“Solitamente c’è una ricerca storica del personaggio da ricreare, che avviene
tramite libri , dipinti, se si tratta di costumi antecedenti l’epoca
della fotografia, altrimenti fotografie d’epoca, filmati, e, naturalmente, anche il web”.
Da un punto di vista stilistico, secondo voi, alcuni elementi di abiti
d’epoca, potrebbero essere attualizzati per un abbigliamento
contemporaneo?
“Da sempre la moda si ispira al costume d’epoca, sia nella foggia degli
abiti, sia negli accessori. Ancora oggi gli stilisti si rifanno a
particolari che vengono da molto lontano. Un esempio, le spalline, di
gran moda negli anni ’80, ma anche negli anni ’40 , si ispirano
da sempre alle giacche da uomo del tardo ‘400, chiamate anche
farsetti. Molti abiti da sera moderni sono stati ispirati dai
drappeggi delle meravigliose vesti delle nobildonne dell’antica
Roma. I pantaloni a palazzo degli anni ’70 si rifacevano ai
pantaloni a vita alta e base larga degli anni ’30”.