Sono trascorsi pochi giorni da quando è stato dato l’annuncio ufficiale: Alexander Wang è il nuovo direttore creativo di Balenciaga, che subentra al posto di Nicolas Ghesquière. Il tempo di masticare e digerire la news, ed ecco che cominciano a farsi largo tra gli addetti ai lavori opinioni e teorie sul perché di questa scelta. Ma andiamo con ordine, chi è Alexander Wang?
Lo stilista appena trentenne di origini americano-taiwanesi è sicuramente uno dei nomi più in vista della moda d’Oltreoceano. Diplomatosi alla Parson School of Design di New York, presenta la sua prima collezione ufficiale nel 2007, e in pochissimo tempo i suoi show alla Fashion Week della Grande Mela diventano tra i più attesi. La sua marcia in più? Una moda giovane, che prende a man bassa dallo sportswear, a tratti quasi grunge, sicuramente commerciabile perché indossabile. Il suo tratto distintivo sono le t-shirt, gli shorts, le giacche a forma di bomber. In pochi anni i suoi outfit diventano must-have per le celebrità, e contribuisce notevolmente a far scendere la moda dalla passerella per portarla nei guardaroba.
Ed ecco che proprio qui arriva il dilemma di molti addetti ai lavori: come può un designer che si caratterizza per i tratti sopra citati, reggere il timone di una maison leggendaria, elitaria, sofisticata come Balenciaga? Nata nel 1919 dal couturier spagnolo Cristobal Balenciaga, la casa di moda assume prestigio con le sfilate di Parigi tra la fine degli anni ’30 e i primi anni ’40 (parliamo del periodo storico in cui l’haute couture francese avrebbe assunto la fama che tutt’oggi detiene, grazie a stilisti del calibro di Christian Dior e Coco Chanel, per intenderci). Dopo la morte del fondatore nel 1972, Balenciaga subisce un leggero declino, ma a partire dal 1997 torna a brillare di luce propria, grazie all’avvento di Nicolas Ghesquière. Lo stilista francese che ha guidato la maison per 15 anni non può esimersi dallo sperimentare, anzi proprio questo diviene un tratto distintivo, ma lo fa pur sempre in odore di couture. I caratteri salienti della maison come le linee pulite, i capi storici come le cappe rimangono, ma prendono forma sotto la stimatissima e raffinata sperimentazione di Ghesquière.
Ebbene, il nocciolo della questione è: gli addetti ai lavori e la stampa si sono innamorati negli anni di Balenciaga by Ghesquière, ma probabilmente il mercato no. Ed ecco che la decisione del gruppo PPR (che detiene la maison) di sostituire la mente creativa potrebbe avere ragioni puramente economiche. Da un lato una crisi galoppante che impone di guardare agli utili più che al prestigio, dall’altro un mercato ancora tutto da conquistare, quello asiatico, e Wang potrebbe essere la chiave di volta per entrambe le questioni. Il giovane stilista è fra l’altro il primo di origini asiatiche ad arrivare tanto in alto nell’elite della moda francese. A conti fatti, anche la sostituzione di Stefano Pilati con Heidi Slimane avvenuta ad inizio anno alla guida della maison Yves Saint Laurent (sempre parte del gruppo PPR) potrebbe avere la stessa motivazione di carattere economico: meno sperimentazione, più vendita massificata.
Tra chi rabbrividisce all’idea di una moda mainstream e chi invece si compiace di un cambio di direzione, tutto il fashion system attende con ansia di toccare con mano la nuova personalità di Balenciaga. Alexander Wang sarà in grado di reggere il peso di una tale eredità?