Incalza la partita giocata sulle tematiche femminili (per non dire sulla pelle delle donne) nella campagna elettorale americana. Siamo a pochi giorni dal voto, e l’elettorato femminile continua ad essere protagonista: da un lato le tremende uscite dei rappresentanti repubblicani (gravidanza post-stupro uguale volere di Dio, una donna violentata può non rimanere incinta se il suo corpo non vuole) dall’altro i democratici che hanno capito di poter fare leva sulla dichiarata ‘war on women’ dimostrandosi i tutori dei diritti delle donne.
L’ultima carta giocata al tavolo delle presidenziali è Lena Dunham, la creatrice, sceneggiatrice e protagonista di Girls, la serie tv del momento, nonché astro nascente della commedia, tanto da essere considerata l’erede di Woody Allen. E dichiaratamente femminista. La Dunham è protagonista dello spot pro-Obama in cui paragona con allusioni e giochi di parole la prima volta alle urne con la perdita della verginità “la prima volta non può essere con chiunque… meglio farlo con qualcuno che si batta per l’assicurazione sanitaria, l’uso dei contraccettivi… qualcuno a cui importi delle donne e che le capisca… la mia prima volta alle urne è stata meravigliosa… la mia prima volta è stata con Barak Obama”. Questo il tono del video, ironico ed ammiccante, esplicitamente diretto ad un pubblico giovane, a chi può esercitare il diritto di voto per la prima volta, o a chi fin’ora si è astenuto .
Apriti cielo, naturalmente. I conservatori levano gli scudi contro lo ‘scandaloso’ slogan, da chi si chiede come un presidente con due figlie adolescenti possa far leva su doppi sensi del genere, a chi lo paragona addirittura a Putin, la cui campagna fu girata a suon di spot con ragazze letteralmente infatuate di lui. Non viene colto il tono scherzoso e ironico del video, piuttosto si fa appello a quanto sia scandaloso parlare di perdita della verginità, il che la dice lunga sulla visione del mondo repubblicana.
Eppure c’è anche chi giudica il video di Lena Dunham una sorta di inno al ‘sessismo hipster’. Secondo Alissa Quart del NYmagazine, oggigiorno stiamo assistendo ad un incremento di comunicazione riguardante il corpo delle donne, ma sempre con un tono ironico, strizzando l’occhio, prendendo in giro. Secondo la giornalista si tratta di un modo diverso di essere sessisti, considerando la libertà delle donne un argomento buffo e divertente, piuttosto che una tematica seria e su cui c’è poco da scherzare. Hipster Sexism contro Classical Sexism.
A prescindere da questo, se c’è una visione rosea del futuro degli Stati Uniti sta proprio nel vedere che finalmente le tematiche legate al corpo delle donne sono in primo piano, e sono talmente importanti da fare da ago della bilancia. E le donne se ne sono rese conto, tanto da schierarsi pubblicamente in favore del candidato che ritengono più affidabile in questo frangente. Non è ancora lo stadio ottimale dell’evoluzione, quello arriverà quando le donne non saranno più una tematica, perché i loro diritti saranno più che ovvi, naturali e scontati. Ma rendersi conto di essere importanti, in un modo o l’altro, è già un passo in avanti.