Sebbene ora l’immaginario cinematografico li raffiguri bellissimi e pieni di sentimenti sturm und drang (vedi Twilight, True Blood, The Vampire Diaries), i vampiri sono vecchi come il mondo, e fino a pochi anni fa nessuno li immaginava belli, anzi. Il mito del vampiro, dell’essere redivivo che si nutre di sangue, si ritrova in ogni cultura e sin dai tempi dei Sumeri, senza esclusione geografica di alcun tipo, al massimo varianti sull’aspetto e le abitudini. Ma è il vampiro dell’Europa dell’Est quello che ha avuto maggior ridondanza nella cultura popolare, e negli anni si è identificato nella figura del Conte Dracula, rappresentante eccelso della specie.
‘Dracula e il mito dei Vampiri’ saranno esplorati attraverso un’interessante mostra che la Triennale di Milano esporrà dal 23 novembre 2012 al 24 marzo 2013. Organizzata, ideata e prodotta da Alef-Cultural project management e in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna, la mostra presenterà 100 opere tra dipinti, incisioni, disegni, documenti, oggetti storici e costumi di scena che indagano la figura del vampiro e la sua rappresentazione. Dalla dimensione storica a quella letteraria, passando per implicazioni sociologiche e politiche di questo mito, la mostra sarà un vero e proprio viaggio nel mondo dei non-morti.
La letteratura al riguardo è pressoché infinita: dalla Cina all’Africa, passando per il Sudamerica attraverso il Medioriente, ogni cultura ha sviluppato nell’immaginario comune una figura che viene dall’oltretomba, vive solo di notte, si ciba del sangue dei vivi e necessita metodi ben precisi per morire (come il classico paletto nel cuore). Tuttavia fu Bram Stoker che con il suo romanzo ‘Dracula’ del 1897 diede vita a quello che universalmente oggi si ritiene il vampiro per eccellenza, il conte che vive nel suo castello in Transilvania e terrorizza gli umani assetato di sangue. Il principe della notte ha dato vita ad una serie di emuli, sia letterari che cinematografici, ma c’è stato un tempo passato in cui il terrore dei vampiri si scatenò in una vera isteria collettiva nel XVII secolo, tanto che nell’Europa dell’Est disseppellire i cadaveri e assicurarsi della loro effettiva morte impegnava le energie di villaggi interi, nonché controllare i cimiteri in cerca di segnali di presenza vampiresca.
L’intento della mostra è di esplorare le declinazioni del fenomeno prima e dopo il Dracula di Bram Stoker, attraverso tre sezioni principali. ‘La realtà dietro il mito’, una serie di eccezionali documenti storici e opere provenienti dal Kunsthistorisches Museum tra le quali il primo ritratto del conte Vlad, figura da sempre associata Dracula. ‘Bram Stoker: Dracula’ in collaborazione con la Bram Stoker Estate, propone una riflessione sul vampirismo nell’ambito letterario. ‘Morire di luce: il cinema e i vampiri’ che, attraverso manifesti originali e videoproiezioni ci immerge nella storia del vampirismo sul grande schermo.
Inoltre, una sezione è dedicata all’identità della Donna vampiro e un’altra ancora al ‘Design del Vampiro‘ un racconto per immagini delle dimore e dei luoghi frequentati dal re della notte. Completa il percorso dell’esposizione uno speciale omaggio dedicato a Guido Crepax: in mostra diciotto disegni inediti che illustrano l’incontro tra Dracula e Valentina, una delle sue più celebri creature.
Infine, e non è una battuta, vi sarà uno spazio per Avis che coglierà l’occasione per sensibilizzare il pubblico sul valore delle donazioni di sangue.
Nella foto: Bela Lugosi and Helen Chandler in Dracula di Tod Browning, 1931 © Bettmann/CORBIS