Aggregazioni umane, vita e movimento nelle fotografie di Giulio Di Sturco. Mercoledì 17 ottobre alle ore 19:00 presso gli spazi della b>gallery cafè di Roma, inaugura “Aerotropolis”, fotografie di Giulio di Sturco a cura di Chiara Oggioni Tiepolo, all’interno della manifestazione Fotoleggendo 2012. Ma che cos’ è un’Aerotropolis, centro del lavoro fotografico dell’artista? E’ la città che nasce intorno ad uno snodo aeroportuale. E’ una delle più elevate espressioni del potere dell’uomo, il prodotto di un’energia creativa che immagina e realizza modelli post-moderni di città. E’ il posto dove (almeno secondo John Kasarda, l’accademico americano autore della teoria) la crescita economica, lo sviluppo sociale e la sostenibilità ambientale trovano la loro espressione migliore. Se l’aeroporto sembra essere il simbolo moderno di un non luogo di passaggio e di viaggio, è vero anche che trascina con sé un’impressione di freddezza asettica.
E così avviene per le aetropolis, ricche di una claustrofobia derivante dall’ordine metodico e dall’organizzazione esasperata. Sensazione che si ritrova immediatamente nelle immagini che Giulio Di Sturco ha scattato nelle aerotropolis di Seul, Bangkok, Hong Kong. Tre dei principali hub asiatici, crocevia di merci e di persone. Con gli occhi di testimone, Giulio di Sturco, 33 anni, fotografa questo trend, vivendo a Bangkok, Thailandia. Il fotografo ha studiato fotografia all’Istituto Europeo di Design di Roma. Si è aggiudicato alcuni fra i più importanti riconoscimenti internazionali, fra i quali il World Press Photo, il Picture of the Year, il PDN’s 30, il Prix de la Photographie Paris. Dal 2008 collabora con alcune delle maggiori organizzazioni internazionali e non governative come WHO, le Nazioni Unite, Medici Senza Frontiere, Greenpeace, Unitaid e Action Aid.